23 novembre 1980, l’omaggio alle vittime dei vigili del fuoco
In quelle ore drammatiche l'operato dei vigili del fuoco fu cruciale per mettere in salvo la popolazione ed estrarre i morti dalle macerie
23 novembre 1980, l’omaggio alle vittime dei vigili del fuoco. I Vigili del Fuoco di Avellino vogliono rendere onore alle vittime e ai feriti che 44 anni fa subirono la violenza della natura nel terremoto in Irpinia.
E vogliono altresì ricordare l’opera e i sacrifici di quanti, appartenenti allo Stato e volontari, si adoperarono per portare soccorso a quelle sfortunate popolazioni.
In particolare, vogliamo ricordare l’immane lavoro svolto dai nostri colleghi Vigili del Fuoco, ai quali furono richiesti fatiche e sacrifici personali senza precedenti, per fronteggiare una situazione straordinaria come quella che si verificò in Irpinia.
Vogliamo umilmente celebrare un’Italia che, quarantaquattro anni fa, il 23 novembre 1980, soffrì una ennesima tragedia che comportò morti e distruzioni nelle province di Avellino, Salerno e Potenza e danni nelle altre città delle Regioni di appartenenza della Campania e della Basilicata.
Alle ore 19,34 di quel triste giorno tutti ci fermammo, sgomenti davanti alle scene devastanti provocate da una scossa di magnitudo 6,8, seguita, dopo pochi secondi, da un’altra di magnitudo 5 che aggravò la tragedia, con ulteriori vittime e crolli di fabbricati.
L’opera dei soccorritori, subito si presentò molto difficile, ostacolata dalla vastità del territorio coinvolto, perlopiù montagnoso, valutato in una area di circa 17.000 kilometri quadrati, dalla neve e dalla pioggia che stava imperversando, dalle vie di comunicazione bloccate dalle frane, dalla scarsa visibilità delle ore notturne e dalle rigide temperature della stagione invernale.
Dopo cinque giorni le vittime di Avellino erano state tutte estratte dalle macerie dei fabbricati crollati, ma l’opera dei Vigili del Fuoco continuò incessante nei Comuni colpiti ancora per molti mesi. Quelli furono qiorni molto duri, ma i Vigili del Fuoco intervenuti da tutta Italia, si sono sempre impegnati fino allo sfinimento, ma sempre con entusiasmo e orgogliosi di dare il loro contributo per aiutare quella sfortunata popolazione.
Ragazzi capaci di superare, con il loro spirito di adattamento, qualunque ostacolo, avversità o dissevizio, e ce ne furono tanti, guadagnandosi il rispetto e l’ammirazione della gente Irpina.