300 agricoltori sanniti a Bari per il grano italiano. Dalla Campania alla Puglia per far sentire la loro voce in difesa del grano italiano, minacciato dalle massicce importazioni dall’estero.
Masiello. “Siamo in trincea per difendere il nostro popolo del grano”
Oltre trecento agricoltori di Coldiretti Benevento prendono parte oggi, a Bari, alla manifestazione per sensibilizzare le istituzioni sugli effetti perversi sull’economia agricola derivanti dal massiccio import di grano dall’estero. Si sono uniti alle altre migliaia di colleghi provenienti da ogni angolo della Campania e del Paese.
“A rischio oggi è la sopravvivenza di oltre centotrentamila aziende agricole italiane impegnate nella coltivazione – spiega il presidente provinciale e vice nazionale Gennarino Masiello – ma anche un patrimonio territoriale di migliaia di ettari minacciati dall’abbandono e dalla desertificazione.
Basta – incalza – con le speculazioni delle commissioni delle Borsa merci e chiediamo con urgenza la definizione di una commissione unica nazionale (CUN) che definisca l’andamento dei prezzi”.
E non c’è solo questo tra i motivi della mobilitazione. Occorre un netto e deciso contrasto alle pratiche sleali. “Va fermata – ammonisce – la speculazione di chi vuole danneggiare gli agricoltori.
Si impone la rilevazione immediata dei costi di produzione a cura dell’Ismea, potenziandone la capacità di controllo. Allo stesso tempo va rafforzato il ruolo dell’ispettorato centrale repressione frodi a garanzia di corretti processi di mercato”. E’ indispensabile – a giudizio di Masiello – il sostegno istituzionale ai contratti di filiera.
Il “popolo del grano”, è sceso dunque in piazza per denunciare le manovre di veri e propri trafficanti che utilizzano le importazioni di prodotto straniero per far crollare i prezzi di quello italiano, scesi ormai drammaticamente sotto i costi di produzione:
“Speculazioni che – conclude Masiello – rischiano di far drasticamente diminuire le capacità produttive del Paese in un settore strategico per l’approvvigionamento alimentare, con pesanti conseguenze dal punto di vista economico e ambientale”.