65enne stroncato da un colpo di fucile, gesto estremo?

Redazione
65enne stroncato da un colpo di fucile, gesto estremo?
Uccisa a 24 anni da una fucilata, dopo un anno e mezzo arrestato il suo amico

65enne stroncato da un colpo di fucile, gesto estremo? Tragedia nel pomeriggio di ieri alla frazione di Piedimonte di Sessa Aurunca.

Stroncato da un colpo di fucile

Un uomo di 65 anni, Antonio P., è stato trovato privo di vita: a stroncare la vita all’ex ferroviere, ora in pensione, un colpo di fucile.La prima ipotesi presa in considerazione dalle forze dell’ordine è quella del gesto estremo: sulla vicenda indagano i carabinieri della locale Compagnia. Sulla salma al momento non sono stati disposti ulteriori esami e quindi i funerali potrebbero tenersi già nelle prossime ore.

Uccide il figlioletto con violenza inaudita, la sentenza

Donatella Di Bona ha ucciso, soffocandolo, il figlioletto Gabriel di soli 27 mesi perché covava nei suoi confronti un risentimento.

E anche nelle ore successive all’omicidio avvenuto in località Volla a Piedimonte San Germano, in provincia di Frosinone, la donna non ‘avrebbe mostrato reale pentimento.

Queste le motivazioni che hanno spinto il Gip del tribunale di Cassino, Domenico Di Croce a condannare la trentenne all’ergastolo ed a farla rinchiudere nel carcere femminile di Rebibbia.

Ferocia omicida

Per Feroleto il 19 ottobre avrà inizio il processo in Corte d’Appello a Roma. Gabriel Feroleto venne ucciso in un mercoledì di fine aprile mentre con la madre era un auto con il padre, che aveva un’altra famiglia ma che viveva da tempo una relazione con Donatella Di Bona.I due stavano consumando un rapporto sessuale quando il piccolo ha iniziato a fare i capricci. Il pianto disperato e la richiesta di Gabriel di tornare a casa, hanno provocato la reazione violenta della madre.

Uccide il figlioletto con violenza inaudita, la sentenza

La donna lo ha afferrato e portato fuori dalla macchina e per sette, lunghissimi minuti, sotto gli occhi del compagno che non ha mosso un dito, avrebbe soffocato con la mano sulla bocca e sul naso, il bimbo che ha cercato in ogni modo di ribellarsi.

Poi quando Gabriel ha perso i sensi il padre, secondo quanto ricostruito durante il processo, lo avrebbe lanciato tra i rovi, come una bambola di pezza, senza anima e senza valore.

Qualcosa di indescrivibile rispetto anche a qualsiasi rapporto tra genitori e figli. Probabilmente, quel bimbo non doveva stare con la madre. Purtroppo, per. troppe storie del genere si ripteno nel nostro paese a causa di servizi sociali sempre più depotenziati.

Un omicidio crudele e ingiustificabile che per i giudici della Corte d’Assise dei tribunale di Cassino e per il Gip, non poteva avere sconti di pena. (fonte frosinonetoday.it)