66enne muore di covid al Moscati di Avellino
66enne muore di covid al Moscati di Avellino. Purtroppo di covid- 19 si continua a morire. L’azienda ospedaliera San Giuseppe Moscati di Avellino ha comunicato il decesso di un uomo di appena di 66 anni, avvenuto nel reparto di terapia intensiva. L’uomo è di Ospedaletto d’Alpino. Si trovava al Moscati dallo scorso sette febbraio ed il tredici veniva trasferito in terapia intensiva.
Intanto, diventa sempre più forte l’allarme per le varianti covid.necessario rafforzare le misure in tutto il paese per contenere la diffusione delle varianti covid. Con il governo Draghi che deve ancora ottenere la fiducia in Parlamento, tutti gli esperti rilanciano l’allarme.
L’ SOS arriva dall’Istituto superiore di Sanità al Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie fino al Comitato tecnico scientifico, l’input è sempre lo stesso.
Nuove restrizioni?
Fino a quando non si rallenta la corsa del virus è impossibile pensare ad un allentamento delle restrizioni. Un messaggio chiaro che potrebbe portare ad un’ulteriore stretta e che l’esecutivo valuta. Lo conferma il ministro per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini al termine della riunione con il Cts.
“La pandemia è ancora forte, non si può scherzare. Se è necessario fare scelte di rigore si fanno”. Ma la prima a dividersi sulla linea è la comunità scientifica. Gli esperti restano divisi tra lockdown duro per un paio di settimane o interventi “selettivi”.
Che la situazione sia seria, gli esperti e i tecnici lo dicono e lo scrivono nei documenti ufficiali da giorni. E la nota con cui palazzo Chigi ha intestato al governo l’ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza per bloccare l’apertura degli impianti da sci, conferma che la linea scelta è quella del rigore.
66enne muore di covid al Moscati di Avellino
L’analisi degli scienziati non lascia spazio a interpretazioni.”La diffusione di varianti con maggiore trasmissibilità – dice lo studio dell’Iss – può avere un impatto rilevante. Questo se non vengono adottate misure di mitigazione adeguata”.
Una posizione che è sulla stessa linea di quella del Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc). “La situazione è molto preoccupante” sottolinea la direttrice Andrea Ammon, che poi avvert. Se non vengono mantenute o “addirittura rafforzate” le misure, nei prossimi mesi potrebbe esserci un “aumento significativo dei casi e dei decessi”.
Il verbale di venerdì
Già nel verbale di venerdì, dunque, il Cts aveva sottolineato la necessità di un “rigorosa osservanza, rafforzamento e incremento delle misure”, sia a livello nazionale che locale, “evitando ulteriori misure di rilascio”.
Un messaggio che era arrivato fin dentro il Consiglio dei ministri di sabato e che ha portato all’ordinanza di chiusura.
Su come intervenire, però, gli scienziati non sono così compatti. L’appello del consulente del ministro Speranza, Walter Ricciardi , lockdown totale per un periodo di tempo limitato, è stato raccolto dal virologo Andrea Crisanti e dall’infettivologo del Sacco di Milano Massimo Galli,
Secondo Galli, però, una chiusura totale avrebbe senso se accompagnata da una vaccinazione di massa. Favorevole anche il Gimbe: “senza un lockdown totale per due settimane bisognerà continuare con gli stop and go per tutto il 2021”.