Accadde oggi: 8 luglio 1822 muore prematuramente Percy Bysshe Shelley
Viene considerato il poeta romantico per eccellenza
Accadde oggi: 8 luglio 1822 muore prematuramente Percy Bysshe Shelley. Nato il 4 agosto 1792 da una famiglia facoltosa, Shelley fu educato dapprima a Eton, dove si dimostrò uno studente non troppo diligente, aveva frequenti attacchi di rabbia ed era terribilmente attratto dall’occulto e dalla scienza: si dice abbia dato una scossa ad un professore e abbia fatto saltare in aria un ceppo d’albero
Il suo carattere schivo, soprattutto verso le istituzioni e i compagni (Percy rifiutò categoricamente alla pratica del fagging ove uno studente più giovane sta ai servigi di uno studente più anziano) gli fece guadagnare il soprannome di mad-Shelley.
Nell’ultimo semestre a Eton appare anche il suo primo romanzo Zastrozzi, ispirato soprattutto dalle letture dell’autrice Ann Radcliffe. Shelley si sposta a Oxford dove segue le lezioni molto di rado, è preso dagli esperimenti che compie nel laboratorio che ha allestito nella sua stanza. Ad Oxford incontra Thomas Jefferson Hogg, tra i due c’è grande sintonia e scrivono insieme dei trattati politici anonimi che inviano a tutti i direttori e vescovi e direttori di Oxford. Venne chiamato a rispondere davanti a tutti i membri del college, si rifiutò e nel 1811 fu espulso.
Verso la fine del 1810 incontra Harriet Westbrook, iniziano a scambiarsi lettere e dopo l’espulsione la corrispondenza si intensifica. Alla fine del 1811 si sposano,e i genitori tagliano le finanze ai due sposi. Shelley vagabonda per due anni tra Inghilterra, Irlanda e Galles.
Nel 1813 pubblica il primo poema importante “Queen Mab” in cui espone i precetti di William Godwin e annuncia la sua fede, che vede lo spirito della natura come uno spirito d’amore. Nello stesso anno viene a contatto proprio con Godwin, si infatua della figlia Mary e insieme scappano in Francia l’anno seguente. Si sposano dopo il suicidio di Harriet. Nel 1815 compone Hymn to intellectual beauty dove si affermano i due motivi della sua arte ovvero l’amore per la libertà e per la bellezza assoluta.
Dopo essersi attirato le ostilità della società inglese nel 1816 è costretto ad abbandonare il Regno Unito. Arriva in Italia accolto dal suo amico poeta Byron, passa l’autunno nella sua villa poi giunge a Roma dove termina i primi tre atti del dramma Prometheus Unbound: con la vittoria di Prometeo Shelley mostra la liberazione dell’uomo dalle catene che da sé si è forgiato e la sua suprema unione con l’anima della natura.
Si sposta a Firenze dove scrive il quarto atto, finisce anche diverse satire e scrive una delle sue opere liriche più importanti “Ode to the west wind”. Nel 1820 gli Shelley si trasferiscono a Pisa dove li raggiunge Byron qui scrive Ode to the skylark, The witch of Atlas, The sensitive plant, le odi alla Libertà e a Napoli.
Dopo la scoperta della morte di John Keats scrive Adonais; nello stesso periodo scrive la sua prosa migliore ovvero “ A defence of poetry”. Nel 1822 si trasferisce con i Williams tra San Terenzo e Lerici. Di ritorno da una gita in barca a vela, naufragò a causa di una tempesta; il corpo fu recuperato e cremato e le ceneri furono seppellite nel cimitero acattolico di Roma, dove è possibile visitare la tomba ancora oggi.
La sua morte prematura contribuisce a creare il mito dello scrittore romantico, che con la sua lirica rappresenta l’emblema del romanticismo. Shelley era avverso alle religioni costituite e a tutti i tipi di regime, era assetato d’infinito ed era sempre stato vicino al divino attraverso il misticismo e l’occulto. Shelley umanizza la natura e trasforma tutte le aspirazioni dell’uomo verso un’umanità libera, spirituale ed evanescente.