Accadde oggi: il 18 luglio 1914 nasceva Gino Bartali
Una leggenda delle due ruote ed un eroe
Accadde oggi: il 18 luglio 1914 nasceva Gino Bartali. Gino Bartali nasce in piena toscana a Ponte a Ema. Gino sale in sella già nei primi anni 30 e nel ‘36 conquista il suo primo Giro d’Italia. L’anno dopo riesce a vincere di nuovo la maglia rosa e intanto si prepara per il Tour de France, al quale riesce a trionfare nel 1938.
Arrivano gli anni 40 e nella sua squadra, la Legnano, entra un giovane ragazzo, smilzo e con gli occhi tristi: Fausto Coppi. I due saranno di lì in poi eterni sfidanti, ma due grandi amici, con alle spalle una carriera ben diversa e uno stile di vita uno all’opposto dell’altro.
Arriva la guerra e tutte le competizioni e le corse si fermano. Bartali indossa la divisa della guardia nazionale repubblicana ma continua comunque ad andare in bici. Nel ‘45 riprendono le corse e inizia il dominio Coppi, infatti nel ‘47 il Giro d’Italia gli viene strappato dall’Airone che gli stava davanti di quasi due minuti.
Il Tour del 1948 non vide la partecipazione del collega Fausto e neanche quella di Fiorenzo Magni. L’unico campione in grado di vincere era Ginaccio. In Italia, dopo l’attentato a Palmiro Togliatti, gli animi si erano scaldati e la situazione iniziò a precipitare.
Tutti temevano l’inizio di una guerra civile ed era necessario qualcosa che acquietasse gli operai in fermento . Così Alcide de Gasperi telefonò al campione italiano, esortandolo a vincere in Francia per il bene della Nazione. Bartali sapeva che sarebbe stata un’impresa difficile ma ci provò e riuscì a conquistare il titolo. La guerra civile fu scampata.
Negli anni 50 non avrà grandi successi e il più delle volte si troverà secondo alla spalle di Coppi. Nel 1952 la maglia gialla è nelle mani dell’alessandrino, e di quell’anno ricordiamo la famosissima foto in cui i due rivali si passano la borraccia. Anni dopo Bartali svelerà che fu lui a passarla al Campionissimo, “senza la quale non avrebbe mai vinto” aggiungerà in maniera quasi maliziosa.
La sua carriera da ciclista finirà nel 1954. Dopo passerà momenti in famiglia e tra gli amici, continuando a bazzicare nel mondo del ciclismo. Nel 1992 diventerà anche conduttore del programma Striscia la Notizia. Morirà a 85 anni, il 5 maggio del 2000 stroncato da un attacco cardiaco.
Bartali non fu solo un ciclista ma anche un salvatore: durante il periodo della guerra con la scusa degli allenamenti, nascondeva sotto il sellino e nella canna della bicicletta dei documenti falsi che consegnava alle famiglie ebree. Inoltre nascose in uno scantinato la famiglia Goldberg alla quale salvò la vita. Questi gesti gli valsero il titolo di Giusto tra le Nazioni e un albero commemorativo nel Giardino dei Giusti a Gerusalemme.
Bartali è una vera e propria leggenda, simbolo dell’Italia a due ruote. La sua rudezza e il suo grande naso furono amati da tutti, e nell’eterna sfida con Coppi vinse sempre l’amicizia. Perché Gino ha sempre avuto un grande cuore, prima che avere delle ottime gambe. Auguri Campione tu che hai avuto sempre il naso triste come una salita e gli occhi allegri da italiano in gita, come dirà poi Paolo Conte.