Accadde oggi: il 28 giugno 1952 nasce Pietro Mennea

Un campione senza tempo

Redazione
Accadde oggi: il 28 giugno 1952 nasce Pietro Mennea

Accadde oggi: il 28 giugno 1952 nasce Pietro Mennea. Pietro Mennea è uno dei più grandi atleti italiani. Pietro non aveva un fisico eccezionale, era alto 1 metro e 78 e pesava 68 chili, persino il suo allenatore, Carlo Vittori, quando lo vide correre la prima volta lo definì “pallido e pelle ossa”. In realtà quel ragazzino spelacchiato aveva la forza di un bue, si diceva che sfidasse sui 50 metri una Porsche ed un’Alfa Romeo, battendo sia l’una che l’altra.

Pietro nasce da una famiglia umile, il papà è sarto e la mamma casalinga. E’ un ragazzo irrequieto, non si ferma mai e sembra avere un fuoco che gli arde dentro. Finisce le medie e si iscrive alla Ragioneria, e in quegli anni inizia la carriera agonistica.

Nel 68 in Italia tutti i giovani hanno voglia di sovvertire e anche Pietro vuole sovvertire le regole del gioco, la mamma e il papà gli consigliano di studiare ma lui ha un chiodo fisso: la corsa.

Finisce la ragioneria, molla parenti, amici e amori e si iscrive al centro Bruno Zauli di Formia. Lì può scaricare tutta la forza che ha dentro di sé e alimentare quel fuoco cocente che è la passione per la corsa.

Quel giovanotto rampante, seguito dal suo allenatore Carlo Vittori, si sottopone ad allenamenti estenuanti: si allena per più di 6 ore al giorno e delle volte lo fa anche di nascosto. Quando si allenava era serio ed imperturbabile, niente e nessuno l’avrebbero potuto distogliere da quei duri allenamenti.

Si dice che una volta Steve Williams, famoso velocista statunitense, venne a Formia e vide la scheda d’allenamento di Pietro e disse che sarebbe stata ottima da diluire in una settimana, Pietro rispose che lui la faceva in un giorno. Per lui lo sport era come la vita e bisognava allenarsi se si volevano ottenere risultati.

Così con una grande forza di volontà riesce ad arrivare alle olimpiadi, e lì nasce il famoso nome “la freccia del sud” come il treno che collegava Milano alla Sicilia. La prima olimpiade la corre nel 72 a Monaco di Baviera, corre per i 200 metri e riceve la medaglia di Bronzo.

Corre poi ai campionati europei del 74 piazzandosi primo nella corsa dei 200 m, poi ci saranno diverse prestazioni deludenti e nel 76 decide di saltare i giochi olimpici.

Il pubblico lo acclama così ci ripensa e va a Montréal per i giochi olimpici ma finisce quarto. Nel 78 a praga difende il titolo europeo nei 200 metri. Nel 1979 Mennea è uno studente di scienze politiche e corre alle Universiadi di Città del Messico.

Vince nei 200 metri piani con un tempo di 19”72 stabilendo il record mondiale che rimarrà imbattuto per 17 anni. In Messico ottiene anche il record italiano nei 100 metri con 10”01, tempo record che verrà battuto solo nel 2018 da Filippo Tortu.

Partecipa ai giochi olimpici di Mosca nel 1980 ma non riesce a trionfare. L’anno dopo annuncia il ritiro perché vuole dedicare più tempo agli studi ma ci ripensa e torna agli europei gareggiando nella staffetta 4×100, arrivando quarto. Il 22 Marzo 1983 stabilisce la miglior prestazione mondiale nei 150 metri piani con con 14″8 sulla pista dello stadio di Cassino: primato non ancora battuto perché quello stabilito da Usain Bolt è su pista rettilinea.

Successivamente partecipa alla prima edizione dei campionati mondiali che si svolgono ad Helsinki, dove vinse la medaglia di bronzo nei 200 m e quella d’argento con la staffetta 4×100 m. Poi partecipa alle olimpiadi di Seul nel 1988 e subito dopo si ritira dall’attività agonistica.

Pietro poi si dedica agli studi, prende 4 lauree e diventa avvocato ed inizia una carriera politica, diventando nel 1999 europarlamentare. Conduce una vita semplice senza spingersi al limite come aveva fatto negli anni precedenti, ma mantiene sempre la tenacia e la forza che lo caratterizzano.

Viene stroncato da un tumore al pancreas il 21 marzo 2013, tutta la nazione piange un campione di altri tempi.

Quando la Freccia del Sud correva tutti si fermavano a guardarlo e rimanevano sbalorditi dalle sue imprese eccezionali che il suo fisico non gli permetteva, ma che lui riuscì comunque a compiere.

Oggi ricordiamo non solo la nascita di un campione ma anche di un uomo che ha creduto nei suoi sogni, e che ha corso velocissimo e con tanto impegno per poterli raggiungere. Auguri piccolo grande uomo.

F.D.L.