Accadde oggi: il 6 agosto 1945 viene sganciata la prima bomba atomica

Una devastazione totale per Hiroshima

Redazione
Accadde oggi: il 6 agosto 1945 viene sganciata la prima bomba atomica

Accadde oggi: il 6 agosto 1945 viene sganciata la prima bomba atomica. Enola Gay “sarebbe dovuto restare a casa” quel giorno, il 6 agosto del 1945, quando alle 8 e 14 il bombardiere sganciò la prima bomba atomica della storia.

Nell’estate del ‘45 il secondo conflitto mondiale volgeva al termine, il Giappone era l’ultimo paese rimasto in guerra contro gli Americani e l’URSS.

I giapponesi non accennavano alla resa e avrebbero combattuto finché il paese non sarebbe stato raso al suolo. Il Nuovo Mondo aveva incaricato un team di scienziati per la creazione di un’arma atomica, a capo del gruppo c’era Robert Oppenheimer che dopo l’esplosione della bomba divenne “il distruttore di mondi”.

L’uso preciso di quest’arma letale non era ancora stato scelto e un’occasione migliore di questa non poteva presentarsi. Il presidente americano Truman, durante la conferenza di Potsdam ( conferenza tra i paesi alleati vincitori della guerra) venne avvertito dell’ultimazione dell’oggetto bellico.

Il presidente decise di sganciare la bomba per portare il Giappone alla resa, ma anche per mostrare la superiorità agli occhi dell’Unione Sovietica.

I vertici politici e militari decisero di lanciare  la bomba su una città, per un impatto psicologico ancor più forte. Gli obiettivi presi in considerazione furono Hiroshima, Kokura, Nagasaki e Niigata e furono scelti alla fine Hiroshima e Kokura.

Il 6 Agosto si alzarono in volo tre bombardieri B-29, uno dei tre, quello soprannominato Enola Gay, guidato dal comandante Paul Tibbets, trasportava la Little Boy.

La bomba fu sganciata alle 8.14 ed esplose a 600 metri dal suolo, uccise tra le 70.000 e le 90.000 persone, spazzando via in pochi secondi un’area di 12 km quadrati. Intanto la Russia attaccava ed occupava la Manciuria, una regione del Giappone. Il 9 agosto venne sganciata la Fat Man su Nagasaki.

L’obiettivo iniziale era Kokura ma le nuvole fecero spostare il mirino sull’altra città. I danni furono enormi: circa 40 mila persone persero la vita, il 90% degli edifici furono abbattuti.

L’imperatore nipponico, davanti alla distruzione delle due città, proclamò la resa e il 2 settembre firmò l’armistizio. Il Giappone piangeva 200 mila vittime, tra quelle morte sul colpo e quelle per radiazioni.

Il paese era devastato sotto tutti i punti di vista. La catastrofe più grande fu la successiva corsa agli armamenti da parte di tutte le potenze, soprattutto la Russia, che 4 anni dopo fece il primo test atomico. Da allora la paura di una guerra atomica non è mai andata via.

Ad oggi gli americani sono convinti che l’impiego di un’arma termonucleare sia stata la miglior scelta, che ha risparmiato numerosi sforzi e altrettante vittime. Ma gli uomini con la loro scienza esatta volta allo sterminio, uccisero 200 mila innocenti.

Le ombre di quelle persone sono rimaste impresse sulle pietre delle città di Hiroshima e Nagasaki. L’uomo ha deciso di scegliere il sentiero più buio tra i tanti sentieri bui, adottando come tipo di arte quella della disintegrazione.

Francesco De Lucia