Accadde oggi: Il 6 luglio 1907 nasce l’artista messicana Frida Kahlo

Si tratta di una delle artiste più iconiche del 900 e di una donna libera

Redazione
Accadde oggi: Il 6 luglio 1907 nasce l’artista messicana Frida Kahlo

Accadde oggi: Il 6 luglio 1907 nasce l’artista messicana Frida Kahlo. Frida, fin dall’adolescenza, si dimostra una donna dalla personalità molto forte, dallo spirito indipendente, passionale e libero dalle convenzioni sociali.

Proprio in nome del suo animo ribelle, infatti, dice di essere nata nel 1910 poiché figlia della rivoluzione e, quindi, del Messico moderno (del quale diverrà un riferimento sociale e culturale).

Affetta da spina bifida, inizialmente, non dimostra particolare interesse per l’arte ma, bensì, per lo sport e, successivamente, per la medicina.

Al Collegio Alemán, per divertimento, comincia a realizzare i ritratti dei suoi compagni di studio ma, è a seguito di un terribile incidente, che la Kahlo, costretta a letto, impugna con decisione i pennelli.

I suoi primi lavori furono proprio dei suoi autoritratti, nati dalla solitudine del suo letto: l’unica cosa che poteva ammirare era se stessa riflessa in uno specchio montato sul baldacchino.

Nel suo percorso di crescita personale, si esprime abbracciando gli ideali del nazionalismo rivoluzionario: indossa lunghe gonne messicane, fiocchi intrecciati con nastri colorati, collane e orecchini in stile precolombiano.

Si definisce una messicana “autentica” dai tratti meticci accentuati: lo testimoniano diversi autoritratti come “Autoritratto come Tehuana” e “Autoritratto con scimmie”, entrambi del ‘43.

Con il passare del tempo il suo stile pittorico cambia drasticamente: dapprima realistico caratterizzato da ritratti di famigliari e amici, con un distinto piacere per la raffigurazione di fiori. In seguito, entrata a contatto con un’intensità di sentimenti e dolore fisico, diventa surreale e dal carattere introspettivo.

Possiamo sicuramente associare la sua arte, quindi, ai movimenti del surrealismo, cubismo, simbolismo e realismo magico. Frida, insomma, infrange il netto muro tra fantasia e realtà, tra desiderio e distruzione, tra amore e dolore.

Il suo lascito, tuttavia, non consiste solo nei suoi dipinti ma anche in testi e frasi scritti in modo istintivo su diari, opere, lettere o semplici fogli. Molte di queste frasi furono pronunciate a chi le era vicino, come la famosa frase: “Ho così tanto bisogno di te che il mio cuore fa male”, dedicata al marito Diego Rivera.

Frida conosce Rivera, anch’egli pittore, alle riunioni del Partito Comunista del Messico nel ‘22. Successivamente, mentre Rivera lavora a una serie di murales, Frida gli fa visita per mostrargli le sue opere: lui rimane davvero colpito dai dipinti della donna e la incoraggia a continuare con la sua arte.

Si sposano nel 1929: il loro amore è burrascoso, un legame creativo, pieno di tradimenti, persino odio che li costringe al divorzio e porta la donna ad un secondo matrimonio.

La vita dell’artista è contrassegnata da sofferenze che, però, sembrano essere mitigate dal suo ultimo dipinto: “Viva la Vida”. Realizzato nel 1954 in seguito alle complicazioni di una gamba amputata, sceglie di dipingere dei cocomeri per il significato che gli viene attribuito per il “Dia de los Muertos” (il frutto infatti viene lasciato come offerta ai defunti per celebrare con gioia la loro esistenza).

La vitalità dei loro colori e la scritta che la pittrice pone in mezzo alla tela possono sembrare, da un punto di vista occidentale, in netto contrasto con questa simbologia: così, attraverso la sua “beffa”, l’artista inneggia alla vita e alle sue infinite coppie di opposti, così intrinsecamente uniti e indispensabili l’uno per l’altro.

Frida Kahlo muore otto giorni dopo aver terminato la sua ultima tela. Lascia la vita, quel cocomero da assaporare fino all’ultima fetta, a causa di un’embolia polmonare il 13 luglio del 1954. «Quando morirò, bruciate il mio corpo. Non voglio essere sepolta. Ho passato molto tempo sdraiata. Brucialo e basta!». Decide di riposare libera dal suo corpo e dalla posizione supina a cui era stata costretta per così tanto tempo.

Il testamento di Frida è quello di essere passionali malgrado le disgrazie. Di non conformarsi, cercare di superare i propri limiti e sognare: “Piedi, a cosa mi servite, se ho le ali per volare?”. E quindi, ciò che ci resta da fare non è altro che innamorarci di noi stessi, della vita e poi di chi vogliamo.

Francesco De Lucia