Accadde oggi: l’8 agosto 1959 muore don Luigi Sturzo

Figura fondamentale del pensiero cattolico moderno

Redazione
Accadde oggi:  l’8 agosto 1959 muore don Luigi Sturzo

Accadde oggi: l’8 agosto 1959 muore don Luigi Sturzo. Luigi Sturzo nasce a Caltagirone da una piccola famiglia borghese. Entra nel seminario di Acireale nel 1883, e sviluppa un amore per la filosofia e la poesia.

Nasce in questo periodo anche l’interesse politico e sociale a seguito di alcune letture come il Rerum novarum di Leone XIII, che definì la sua “prima finestra sul mondo”. Nel 1894 diventa sacerdote e si iscrive all’Università Gregoriana di Roma, dove consegue una laurea in teologia nel 1898.

Nel periodo dell’università frequenta personalità di spicco della chiesa cattolica. Interessato sempre di più alla politica, al suo ritorno in Sicilia lavora all’organizzazione del movimento cattolico fondando un giornale: “La Croce di Costantino”.

Il suo attivismo e le varie attività in ambito sociale e politico furono oggetto di numerose critiche. In quel periodo inizia la sua lotta a favore delle autonomie locali, attaccando lo Stato e la sua amministrazione centralizzata.

Con la qualifica di prosindaco divenne sindaco di Caltagirone, gestendo l’amministrazione del paese sino al 1920. Negli stessi anni fu anche consigliere provinciale di Catania.

Nel novembre del 1903 entrò a far parte del consiglio direttivo dell’Associazione dei Comuni italiani, di cui assunse, nel 1915, la carica di vicepresidente. Sempre nel 1915 divenne segretario della giunta centrale dell’Azione Cattolica Italiana.

Il progetto politico di Don Luigi Sturzo trovò una prima realizzazione nella fondazione del Partito Popolare Italiano nel 1919. Il suo partito ebbe un ruolo da protagonista nell’Italia del primo dopoguerra, diventando una forza determinante per la formazione dell’esecutivo.

Tutti i governi che si formarono dal ‘19 fino all’avvento del fascismo videro la partecipazione del PPI. Con l’arrivo di Mussolini, il PPI accettò di sostenere il governo fascista contro il parere di Sturzo.

Il Prete fece valere l’ideale di Stato inteso come un qualcosa di popolare che si contrappone al volto totalitario del fascismo. Don Sturzo venne definito un “prete sinistro”, e venne più volte invitato dal pontefice ad abbandonare la città di Roma.

Così si rifugiò dal 1924 al 1940 prima a Londra poi a Parigi ed infine a New York, mantenendo rapporti con gruppi politici italiani fuoriusciti. Dopo il referendum del 1946 tornò in Italia, muovendo aspre critiche sulla questione morale e nei confronti dell’idea di uno stato imprenditore.

Riprese a partecipare attivamente alla vita politica, ma non aderì mai al partito democristiano ufficialmente. La città di Siracusa gli riconobbe il suo ruolo importante per la lotta alla libertà conferendogli la cittadinanza onoraria.

Diventato giudice di Alta Corte nel 1947, mantenne la carica fino al 1952, quando Luigi Einaudi lo nominò senatore a vita. Morì a Roma l’8 agosto 1959. La sua impresa di offrire un’alternativa cattolica al movimento socialista non fu mai portata al termine del tutto, anche a causa dell’esilio durato 20 anni.

Il suo amore per la libertà, per lo sviluppo di una coscienza sociale e la sua battaglia contro il totalitarismo fascista fanno di Don Sturzo una delle figure politiche più interessanti dell’Italia del primo dopoguerra.

Francesco De Lucia