Accadde oggi: Roberto Calvi trovato morto a Londra
E' uno dei grandi misteri della prima repubblica
Accadde oggi: Roberto Calvi trovato morto a Londra. Il 18 giugno 1982 Roberto Calvi, il banchiere di Dio, venne ritrovato morto suicida sotto il Ponte dei Frati Neri sul Tamigi, a Londra.
La storia di Calvi comincia nel 1947, quando diventa impiegato del Banco Ambrosiano, Il banchiere è abile, svelto e dotato di gran discrezione che lo porta a diventare, nel 1971, il direttore generale della suddetta banca e successivamente, nel ‘74 vicepresidente e l’anno dopo presidente.
In quel periodo, l’ormai presidente del Banco Ambrosiano, strinse rapporti con Michele Sindona e intraprese con lui una serie di operazioni finanziarie rischiose.
Robert Calvi era un settentrionale cupo e ligio al dovere, l’altro un siciliano aperto ed espansivo, eppure i due si capirono sin da subito.
Sindona aiutò Calvi nella creazione di una serie di società off-shore all’estero e lo presentò al “Maestro venerabile” della loggia massonica Propaganda 2 (detta anche Loggia P2).
Grazie all’intermediazione di Sindona, Calvi conoscerà il cardinale Paul Marcinkus, guida dello IOR (Istituto Per Le Opere Religiose). Con il 16% lo IOR diventa il principale azionista del banco ambrosiano e l’appoggio dell’ente cristiano viene ripagato dal banchiere di Dio con finanziamenti a diverse associazioni.
Così, grazie all’appoggio dello stesso cardinale e delle società off-shore, ingenti somme di denaro escono ed entrano dalle casse della banca.
Il 13 Novembre del 1977 Milano si sveglia tappezzata di fogli azzurri con sù scritto le irregolarità del Banco Ambrosiano. Quei erano opera di Sindona al quale era stato negato l’aiuto per ripianare i debiti delle sue banche.
E’ l’inizio di una fine. Calvi e Sindona si ricongiungono, ma ormai i due hanno attirato l’attenzione della Vigilanza della Banca d’Italia, che entra nel Banco Ambrosiano e ci rimane per 7 mesi notando una serie di anomalie.
Nel 1981 Calvi viene arrestato per esportazione illecita di capitali, il tribunale di Milano lo condanna a 4 anni di carcere.
Nel Luglio, di quello stesso anno, viene rilasciato in libertà provvisoria, ma ormai la fine è vicina, la sua banca ha un debito di 1000 milioni di dollari. Calvi ha le spalle scoperte e chiede aiuto a due uomini, Francesco Pazienza e Flavio Carboni.
Rapporti con la banda della Magliana
Quest’ultimo tesse rapporti con la banda della Magliana e con il boss di Cosa Nostra, Pippo Calò. Nella sua ricerca di protezione, Calvi, finanzia le azioni delle associazioni mafiose, ma il banchiere di Dio è ormai preda della paura. Spedisce la moglie a Washington ed inizia ad uscire con una pistola in tasca.
Il presidente del Banco Ambrosiano è solo. Calvi chiede aiuto allo IOR che però si tira indietro ed è costretto ad abbandonare l’Italia. Il suo viaggio culminerà a Londra dove verrà ritrovato impiccato il 18 Giugno del 1982 sotto il Ponte dei Frati Neri.
La versione ufficiale è quella del suicidio, ma molti sono gli indizi che portano sulla pista di un omicidio volontario. Dieci anni dopo, difatti, il pentito Francesco Marino Mannoia dichiara ai giudici che Roberto Calvi sarebbe stato una vittima dei Corleone. Sul banco degli imputati salgono Pippo Calò, Ernesto Diotallevi, boss della Magliana, e persone che aiutarono Calvi nella fuga.
Gli imputati vengono tutti assolti, e la corte riconosce che “Calvi è stato ammazzato, non si è suicidato”.
Purtroppo i mandanti dell’omicidio del banchiere di Dio restano ancora oggi ignoti, la sua storia è una storia fatta di fantasmi e di chiaroscuri, è una storia da romanzo giallo. Ma questo non è un romanzo giallo, ma la cruda realtà.