Airola. assolto Laudanna dalla Corte di Appello

Redazione
Airola. assolto Laudanna dalla Corte di Appello

Airola. assolto Laudanna dalla Corte di Appello. Si è tenuta innanzi la Corte d’Appello di Napoli, II Sez., il processo a carico di Domenico Laudanna, di 46 anni, di Airola, imputato di spaccio aggravato di sostanze stupefacenti e difeso dall’Avv. Vittorio Fucci.

Laudanna, in primo grado, veniva condannato dal Tribunale di Benevento, nel 2015, ad un anno e mezzo di reclusione, perché ritenuto responsabile di spaccio di stupefacenti, in quanto rinvenuto nella disponibilità di un sostanzioso quantitativo di droga.La Corte D’Appello, accogliendo la tesi dell’Avv. Vittorio Fucci, ha riformato la sentenza del Tribunale di Benevento ed ha assolto il Laudanna.

Due detenuti in escandescenza, clima rovente all’ Ipm di Airola

Ancora momenti di alta tensione per la sconsiderata protesta di alcuni detenuti nel carcere minorile di Airola, nel Beneventano.

Tempestivo intervento

E ancora una volta il tempestivo intervento dei poliziotti penitenziari ha impedito peggiori conseguenze agli reclusi ristretti.

Ricostruisce gli eventi accaduti Sabatino De Rosa, vice coordinatore regionale campano del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. “Prima un detenuto nordafricano ha dato in escandescenza perché pretendeva dal sanitario un farmaco non consentito.

Al rifiuto, ha iniziato a inveire ed a aggredire verbalmente il sanitario e solo il tempestivo intervento degli Agenti ha evitato il peggio. Poi il detenuto, rientrato in cella, ha proditoriamente aggredito il compagno di cella, un cinese, rompendogli prima il manico della scopa sulla schiena e poi tentando di strangolarlo.

Sempre in mattinata un altro ristretto, albanese, si è autolesionato il corpo per avere anch’egli un farmaco non consentito, prima procurandosi dei tagli e poi sbattendo la testa contro il muro. I

Il ringraziamento del SAPPE

Il SAPPE rivolge un plauso ed un ringraziamento alle donne e agli uomini della Polizia Penitenziaria che svolgono quotidianamente il servizio ad Airola, che svolgono il servizio con grande professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità in un contesto assai complicato, con una situazione operativa che è semplicemente allarmante”.

Il SAPPE già in passato aveva denunciato che il carcere minorile di Airola non ha un proprio direttore e un comandante di reparto, tanto che proprio ieri le funzione di Comandante le svolgeva un ispettore del Corpo anzichè un funzionario: “ma il minorile di Airola si caratterizza per altre serie criticità operative.

Si segnala il mancato funzionamento della video sorveglianza, linee telefoniche interne ed esterne non funzionanti da diverse settimane. Cosa si aspetta ad intervenire? Cosa si aspetta ad assegnare, all’istituto penale per minorenni di Airola, un direttore ed un comandante titolari, in pianta stabile ”, si domanda De Rosa. Anche Donato Capece, segretario generale del SAPPE, esprime vicinanza e solidarietà al personale di Polizia Penitenziaria che lavora all’Istituto penale per Minorenni di Airola ed aggiunge: “Quanto avvenuto ieri nel carcere minorile di Airola deve necessariamente far riflettere per individuare soluzioni a breve ed evitare che la Polizia penitenziaria sia continuo bersaglio di situazioni di grave stress e grande disagio durante l’espletamento del proprio servizio. Non possono più essere ammissibili e tollerabili atteggiamenti prevaricatori, arroganti da parte di una utenza che ormai, è notorio a tutti, è sempre più spietata ed insofferente al regime penitenziario, sia adulto che minorile! La politica deve farsi carico di tale problema assumendo idonee iniziative legislative per risolvere quanto prima tale questione, e non quella scellerata che consente oggi ad ultradiciottenni di essere ristretti in un carcere minorile!”.

Capece denuncia: “La consistente presenza di detenuti con problemi psichiatrici è causa da tempo di gravi criticità per quanto attiene l’ordine e la sicurezza delle carceri del Paese.

Personale stremato

Il personale di Polizia Penitenziaria è stremato dai logoranti ritmi di lavoro a causa delle violente e continue aggressioni. Ed è grave che, pur essendo a conoscenza delle problematiche connesse alla folta presenza di detenuti psichiatrici, le Autorità competenti non sia ancora state in grado di trovare una soluzione”. Roma, 27 settembre 2022Due