Airola, droga nello stomaco: beccato dalla polizia penitenziaria
Ancora un tentativo di introdurre droga nel carcere minorile di Airola sventato dall’attenta vigilanza e dalla professionalità degli uomini del Reparto della Polizia Penitenziaria.
Plauso per queste operazioni è stato espresso dal segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE Donato Capece, che ricostruisce anche quanto avvenuto: “Nella giornata martedì, gennaio durante la perquisizione ad un detenuto italiano al rientro dal permesso premio, il personale di Polizia penitenziaria rinveniva nella cucitura del pantalone della tuta delle cartine per tabacco. Insospettiti da tale comportamento, gli Agenti conducevano il detenuto presso il nosocomio più vicino per farlo sottoporre a controlli radiografici. Prima che il detenuto fosse sottoposto agli esami, però, il ristretto avvertiva dolori allo stomaco. I poliziotti penitenziari invitavano il detenuto, qualora avesse occultato della sostanza all’interno del suo corpo, ad espellerla. Così ha fatto e, dopo alcuni minuti, espelleva un ingente quantitativo di sostanza riconducibile verosimilmente ad hascish nel quantitativo di circa 50 grammi. La sostanza è stata sequestrata. Il carcere minorile di Airola non è nuovo a detenuti che sfruttano tale opportunità con finalità rieducativa per introdurre sostanze stupefacenti di vario genere. Un plauso va alla Polizia penitenziaria per la brillante operazione svolta che ha condotto a risultati eccellenti. Si meritano una lode dal Ministero, questi uomini in divisa che ogni giorno ci rendono orgogliosi di lavorare con loro!”
Ancora una volta CAPECE, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, evidenzia i pericoli che avrebbero potuto l’introduzione di droga nel carcere minorile: “Questo ennesimo rinvenimento di stupefacente destinato a detenuti, scoperto e sequestrato in tempo dall’alto livello di professionalità e attenzione dei Baschi Azzurri in servizio nel carcere minorile di Airola evidenzia una volta di più come sia reale e costante il serio pericolo che vi sia chi tenti di introdurre illecitamente sostanze stupefacenti in carcere. Ogni giorno la Polizia Penitenziaria porta avanti una battaglia silenziosa per evitare che dentro le carceri italiane si diffonda uno spaccio sempre più capillare e drammatico, stante anche l’alto numero di tossicodipendenti tra i detenuti. L’hashish, la cocaina, l’eroina, la marijuana e il subutex – una droga sintetica che viene utilizzata anche presso il SERT per chi è in trattamento – sono quelle che più diffuse e sequestrate dai Baschi Azzurri. Ovvio che l’azione di contrasto, diffusione e consumo di droga in carcere vede l’impegno prezioso della Polizia penitenziaria, che per questo si avvale anche delle proprie Unità Cinofile. Questo fa comprendere come l’attività di intelligence e di controllo del carcere da parte della Polizia Penitenziaria diviene fondamentale. E deve convincere sempre più sull’importanza da dedicare all’aggiornamento professionale dei poliziotti penitenziari, come ad esempio le attività finalizzate a prevenire i tentativi di introduzione di droga in carcere tanto più se destinato a minori, proprio in materia di contrasto all’uso ed al commercio di stupefacenti”.