Airola, il comune acquista l’area della ex Radici Tappeti
Palazzo San Francesco ha chiesto alla Corte dei Conti una deroga al patto di stabilità per contrarre, con la Banca Popolare di Novara, un mutuo di quattro miloni di euro. La cifra dovrebbe servire alla giunta, guidata da Michele Napoletano, per acquisire al patrimonio comunale l’area di circa tredicimia metri quadrati, con annesso capannone, dove si trova la Radici Tappeti. L’azienda ha chiuso ed ora i 40 operai sono in cassa integrazione. L’esposizione del mutuo, però, non sarebbe affatto un salto nel buio da parte della giunta Napoletano. In buona sostanza, il debito verrebbe estinto da solo, in quanto sul tetto del capannone si trova un impianto fotovoltaico che frutta 320 mila euro l’anno. Una rendita che continuerà per i prossimi 17 anni. Non a caso, infatti, l’istituto di credito non avrebbe alcuna difficoltà a concedere i quattro milioni di euro. Si attende, quindi, il responso della Corte dei Conti, ma i presupposti per un sì dovrebbero esserci tutti. Ma perché il comune vuole acquistare quell’area? Perché il sindaco Michele Napoletano sarebbe poi, pronto a concederla in locazione ad un prezzo politico. L’azienda che si dovrebbe insediare dovrebbe assicurare di essere solida e di poter riammettere gli operai in un processo produttivo. Da questo punto di vista, il primo cittadino è abbastanza ottimista. “Grazie al gruppo Scudieri e a quello Esposito”, ci ha detto il sindaco, “Airola potrebbe diventare un punto di importanza fondamentale per l’industria dell’aerospazio. E”, contiuna Napoletano, “appare evidente che aziende di supporto dovrebbero nascere intorno ad un nucleo tanto forte”. Quello che Napoletano non dice, invece, per questioni di pura scaramanzia è che il comune viene contattato, continuamente, da aziende di ogni tipo. Non a caso, infatti, il prossimo 22 settembre, dirigenti di una importante società torinese sono attesi ad Airola per un sopralluogo. Da qui si capisce l’importanza di poter acquisire l’area della Radici Tappeti al patrimonio comunale. E sarebbe anche la prima volta che, se pur indirettamente, un istituto di credito contribuisce ad un processo produttivo.
P. V.