Airola: Il miraggio della riconversione industriale

Redazione
Airola: Il miraggio della riconversione industriale

Riceviamo e pubblichiamo un intervento degli attivisti del Movimento 5Stelle di Airola, fattoci pervenire da Pasquale Maglione su assunzioni e area industriale del comune caudino.

“La riconversione industriale di Airola è un miraggio, che prende forma solo quando ci sono da compiere speculazioni edilizie e finanziarie mentre i cittadini e i lavoratori aspettano che si compia il miracolo.
La gestione dell’area industriale caudina, infatti, viene affidata ogni volta a un diverso “messia” industriale, nella speranza che ne cambi le sorti. L’ultimo, in ordine di apparizione, è il gruppo ADLER che, attraverso la partecipata TTA (Tecno Tessile ADLER srl), ha ottenuto un finanziamento di circa 8 milioni di euro perché avviasse un processo di produzione per la fibra di carbonio da impiegare nel settore dell’automotive. Per agevolare l’insediamento industriale, il Comune di Airola, nel 2012, aveva pertanto indetto un’asta pubblica e concesso in locazione gli ex capannoni BENFIL, applicando un canone agevolato di 260.000 € annui e ponendo alcune condizioni, come da capitolato, quali l’assunzione dei lavoratori dell’area di crisi di Airola. Una condizione, però, che è stata disattesa. Sono pochissimi i dipendenti dell’ex Polo Tessile reinseriti stabilmente al lavoro. I fortunati hanno dovuto affrontare un lungo calvario, discutibili processi di selezione e di formazione, per essere poi presi in carico da agenzie per il lavoro interinale e da queste assunti con contratti, nella migliore delle ipotesi, di durata settimanale.
La TTA, in virtù dell’accordo stipulato con l’Amministrazione comunale airolana, entro il 5 gennaio scorso avrebbe dovuto impiegare stabilmente 39 dipendenti dell’ex Polo Tessile e, procedendo per gradi, in quattro anni, avrebbe dovuto assorbire da quello stesso bacino fino a un massimo di 108 lavoratori. Fino ad oggi, nulla di tutto ciò è successo. Le famiglie, colpite dalla crisi del settore tessile, sono disperate e il loro stato d’animo è utilizzato come arma di ricatto politico e sociale. Addirittura, la TTA ha invocato indulgenza e chiesto, in una lettera inviata al Comune di Airola e letta nel corso di un recente Consiglio Comunale, di far slittare i tempi della riscossione e di portare pazienza.
Gli attivisti locali del Movimento 5 Stelle sono stati investiti del problema dai dipendenti dell’ex Polo tessile. Per approfondire la questione, hanno chiesto di accedere agli atti e prendere visione della documentazione acquisita e rilasciata dal Comune di Airola a valle dell’asta pubblica, ottenendo il diniego da parte dell’Ente. Un atteggiamento questo che impedisce di fare chiarezza e alimenta il sospetto legittimo che l’affare TTA sia sfuggito di mano agli Amministratori locali. Per dare risposte ai cittadini e tenere fede all’impegno preso, gli attivisti del M5S, confidando nella leale collaborazione istituzionale, hanno presentato nuovamente la richiesta di accesso agli atti attraverso il deputato Carlo Sibilia.
La situazione è conosciuta e conoscibile dai politici locali, ma tutti tacciono: solo il Movimento 5 Stelle accende i riflettori sulle questioni che la finta opposizione in seno al Consiglio Comunale non è nella posizione di affrontare.
Pare utile ricordare, a questo punto, che una nuova vertenza sindacale tocca Airola e coinvolge circa 40 operai dell’ex Radici Tappeti, i cui capannoni, qualche mese fa, sono stati acquistati dal gruppo torinese Cornaglia, anch’esso attivo nel comparto automotive. Una mossa che ha consentito all’azienda di Torino di entrare nell’area di crisi di Airola e, quindi, di accedere ai fondi messi a disposizione da Invitalia. Il finanziamento richiesto è di oltre 7 milioni di euro per un ritorno occupazionale di più di 20 unità: la richiesta risulta essere stata ammessa alla valutazione di merito finale che dovrebbe chiudersi a giorni. La speranza è che, almeno in questo caso, sia data la precedenza a chi ha lavorato in quello stabilimento, visto che, ancora una volta, si sta facendo impresa con soldi pubblici ottenuti in virtù dello stato di crisi dei nostri territori”.