Airola: la denuncia di Laudando sui lavori in via Tricialessio

Redazione
Airola: la denuncia di Laudando sui lavori in via Tricialessio

Airola. Riceviamo e pubblichiamo da Bartolomeo Laudando consigliere comunale Movimento Cinque Stelle.

Le premesse affinché un’opera pubblica sia tale sono l’individuazione di un bisogno della cittadinanza e lo studio delle sue possibili soluzioni. Questo attraverso una progettazione tecnica competente e la corretta esecuzione dei lavori portati avanti sotto l’egida del sempre efficace occhio del padrone, rappresentato dagli amministratori eletti dai cittadini.

Ciò detto prendiamo ad esempio una strada di Airola, via Tricialessio, da poco interessata da lavori pubblici che, si era sperato, avrebbero dovuto migliorarne le condizioni precedenti, per offrire agli utenti una migliore fruizione.

Orbene, la prima cosa che avrebbe dovuto saltare all’occhio è che la fresatura eseguita, di un centimetro circa, non sarebbe stata sufficiente per la posa del successivo passo: il manto di asfalto. Difatti ne è risultato un eccessivo aumento dello spessore del fondo esistente, accrescendo il dislivello tra la strada e le caditoie poste ai lati delle strade, per la raccolta delle acque piovane, trasformandole, di fatto, in buche pericolosissime per la circolazione veicolare oltre che pedonale.

A questo punto ci si è trovati costretti ad intervenire nuovamente per innalzare alcune griglie, che erano state tumulate in un miope tentativo di correggere il dislivello creato.

A ciò dobbiamo aggiungere la ‘dimenticanza’ delle cunette per la raccolta delle acque piovane, sepolte sotto il manto d’asfalto, senza tener conto che si dovessero lasciare, per queste, i 40 cm canonici per il regolare drenaggio delle acque. Si immagina, dunque, si dovrà ulteriormente intervenire.

In passato, invece, la pavimentazione delle strade prevedeva che il centro della carreggiata fosse più rialzato per evitare che in occasione delle piogge si creassero delle pozzanghere lungo la carreggiata stessa, creando pericoli per la circolazione. Il termine usato era “a dorso d’asino” ed era utilissimo perché permetteva il defluire delle acque,e quindi la raccolta, nelle caditoie.

Triste costatare come tutte le cose utili e necessarie vengono accantonate in favore di altre dannose e, soprattutto, pericolose.

Ora questo rocambolesco racconto che annota assenza di amore per il territorio e per i cittadini che lo abitano, narra dell’assoluta indifferenza in cui si spende il denaro pubblico.

Il legislatore ha individuato in simili comportamenti il danno erariale, che mira a colpire la gestione poco accorta del denaro pubblico, quando non viene messa in campo l’avvedutezza del buon padre di famiglia.

È necessario distaccarsi dall’idea che i soldi pubblici non ci appartengano. Provengono dal pagamento delle nostre tasse, e dovrebbero esserci restituiti con l’erogazione di servizi di qualità, visto la somma che paghiamo.

Pretendere vengano spesi bene è un diritto-dovere da esercitare.

Vigilare su ciò che ci accade intorno potrebbe essere da pungolo per spingere gli amministratori ad operare meglio e a prendere coscienza del fatto che devono svolgere il loro ruolo ‘con disciplina e onore’.