Airola, licenziamento collettivo inefficace: condannate Tessival e Benfil
Una buona notizia per gli operai che sono stati impiegati nella Tessival e nella Benfil. Grazie alla loro tenacia e agli avvocati che li hanno assistiti (Giacomo Buonanno e Pasquale Moscato), le due aziende sono state condannate a risarcirli per licenziamento collettivo inefficace. Ecco la storia.
Nel marzo 1999, fu sottoscritto tra i rappresentanti del Governo italiano, le istituzioni territoriali, alcuni imprenditori bergamaschi e i sindacati nazionali e locali, il Contratto d’area per la industrializzazione dell’area industriale di Airola attraverso la riattivazione degli stabilimenti abbandonati dalla ex Alfa Cavi (gruppo Pirelli).
Gli imprenditori bergamaschi, medesimi proprietari di entrambe le società di seguito menzionate, avevano annunciato (e garantito) una occupazione di circa 800 operai (obbligandosi pure con le organizzazioni sindacali al pieno rispetto dei diritti e delle tutele sancite dalla legge in favore dei lavoratori).
I progetti di Benfil (filatura di cotone) e Tessival Sud (tessitura di cotone), furono controllati e approvati dalla Commissione europea e finanziati con fondi pubblici per circa 180 milioni di euro.
Nel corso del 2002/2003 furono completati gli stabilimenti siti in Airola (BN), alla Via Caracciano e attivati gli impianti.
Gli aiuti prevedevano la garanzia di un periodo di produzione a regime di cinque anni per ottenere i benefici dello Stato. E così è stato.
Scaduto il quinquennio, nel 2008, è scattato lo stato di crisi, con l’annuncio della cessazione delle attività.
Nel giugno 2010, entrambe le società venivano poste in liquidazione volontaria.
Ammesse al trattamento di integrazione salariale straordinario – CIGS, fino al 30.09.2012, in data 19.03.2012, la Benfil e, in data 01.06.2012, la Tessival, avviavano, ai sensi degli artt. 4 e 24 della legge 223/91 e ss. mod., una procedura di licenziamento collettivo per cessazione attività per tutti i lavoratori costituenti l’intero organico delle unità produttive di Airola, come da verbale del 04.09.2012, innanzi alla Giunta Regionale Campania, Servizio delle Politiche del Lavoro, cui non partecipava la CISL, cui sono iscritti gli odierni ricorrenti.
Successivamente, veniva concessa la CIGS in deroga, fino al 31/12/2012, poi, prorogata al 31/12/2013.
Indi, in data 10 ottobre 2013, veniva comunicata ai ricorrenti, tutti dipendenti dell’azienda resistente, la risoluzione del rapporto di lavoro a seguito di procedura per licenziamento collettivo, con decorrenza 31 dicembre 2013. .
VICENDA PROCESSUALE
A seguito del successo già ottenuto dai circa 100 lavoratori della Tessival in primo grado, innanzi al Tribunale di Benevento – Sezione Lavoro ed in secondo grado, innanzi alla Corte di Appello di Napoli, Sezione Lavoro, oggi, 22.11.2016, è stata pubblicata la sentenza della Suprema Corte di Cassazione favorevole ai lavoratori.Ammirevole la dignità di alcuni lavoratori, iscritti e sostenuti dal sindacato Cisl – Femca Provincia di Benevento, che non hanno accettato compromessi e accordi di conciliazione in sede sindacale, decidendo di impugnare i licenziamenti.
La Corte di Cassazione, ha rigettato in toto il ricorso proposto dalla Tessival e, accogliendo le argomentazioni svolte dallo studio legale Buonanno – Moscato, , ha confermato l’inefficacia della procedura di licenziamento collettivo, con condanna dell’azienda ad un indennità risarcitoria pari a 12 mensilità per ciascun ricorrente.
E’ evidente la soddisfazione degli avv. ti Giacomo Buonanno e Pasquale Moscato, nonché del sindacato CISL-FEMCA Provincia di Benevento, che hanno creduto, insieme ai lavoratori, sulla assoluta fondatezza delle proprie ragioni, non avendo l’Azienda di dipendenza provveduto alla obbligatoria comunicazione dei licenziamenti, nei termini previsti, alle OO. SS. di categoria per le necessarie valutazioni, secondo quanto previsto dalla Legge 223/91, art. 4, comma 9, così come modificata dalla recente Legge Fornero.
Angelo Vaccariello