Airola: nessuna responsabilità dell’Ipm per la caduta di calcinacci
Airola: nessuna responsabilità dell’Ipm per la caduta di calcinacci. In qualità di Direttore Ipm Airola e’doveroso smentire quanto dichiarato da Bartolomeo laudando amministratore del gruppo pubblico fb “Airola e dintorni”. Lo scrive in una nota inviata a Il Caudino la direttrice dell’Istituto Penale Minorile, Marianna Adanti.
Caduta di calcinacci
La caduta di calcinacci non e’ assolutamente attribuibile alla facciata esterna dell’ istituto penale per minori di Airola. Trattasi di evento la cui causa è da ricollegarsi unicamente ad una privata abitazione attigua al penitenziario da me diretto.
A tal fine è d uopo informare la cittadinanza di Airola che questa Direzione da tempo si è attivata affinché venisse ripristinata la facciata esterna dell’ istituto con positivo riscontro da parte della soprintendenza alle opere pubbliche.
A breve si darà corso ai lavori, conclude la direttrice, della facciata il cui intervento è stato altresì fortemente sostenuto dal Superiore Ufficio Centro Giustizia Minorile di Napoli.
Nessuno vuole vaccinare mio padre
Pubblichiamo questa lettera di una nostra lettrice che ci espone un problema serio e vero. Trra gli altri, vengono chiamati in causa i medici di famiglia. Una riflessione sul ruolo di queste figura, terminata la pandemia varrebbe la pena farla.
Mi chiedevo che fine abbia fatto la sbandierata “eccellenza campana” nella sanità. E, se questo Paese è sempre uno o è stato realizzato il vecchio piano leghista di avere tante piccole patrie.
Gestione imbarazzante
Mi pare che la gestione delle vaccinazioni sia come minimo imbarazzante nella nostra regione e proceda al contrario rispetto alle priorità dichiarate e alla logica.
Sono una quarantenne sana che vive a Milano e sono in lista per essere vaccinata il 12 giugno, mentre mio padre, soggetto fragile, si è visto negare la vaccinazione poichè vive in provincia di Avellino, cioè in una Regione in cui l’anamnesi è sostanzialmente a carico del medico di famiglia.
Costui però, nonostante mio padre sia affetto da fibrillazione atriale, da maculopatia e assuma regolarmente il Cumadin, ha deciso che la sua situazione non è di fragilità. E che poteva tranquillamente procedere alla vaccinazione.
Egli allora si è recato al centro vaccinale, dove gli hanno detto che non si sarebbero assunti la responsabilità di vaccinarlo senza una dichiarazione del suo stato di salute da parte del medico di famiglia.
Tornato dal medico di famiglia, si è sentito dire che era il Comune che avrebbe dovuto procurare tale dichiarazione. In Comune hanno risposto che non era assolutamente compito loro.
Allora, tornato dal medico di famiglia, si è sentito ribadire che i soggetti fragili sono altri tipi di persone, per cui è tornato al centro vaccinale, dove il medico vaccinatore di turno si è nuovamente rifiutato di inoculare il vaccino dato che per lui era decisamente un soggetto fragile e quindi…
Teatro dell’assurdo
Quindi mio padre ad oggi non è ancora vaccinato e ci troviamo in una situazione a metà tra il Castello di Kafka e il teatro dell’assurdo di Beckett e che sembra un po’ comica, se non fosse drammatica.
Perché è evidente che la burocrazia e la mancanza di volontà di prendersi le proprie responsabilità, o la scarsa chiarezza nei regolamenti, non sta a me dirlo, finiscono per ottenere il risultato opposto a quello auspicato dalle dichiarazioni pubbliche dei politici e dalle raccomandazioni istituzionali.
Tutti concordi nell’affermare che gli ultrasessantenni non devono “sfuggire alla vaccinazione”, soprattutto se “fragili”. E non penso che non sia l’unico a trovarsi in questa situazione. A meno che non si vada dall’amico dell’amico.
Lettera firmata