Airola: non si placa la polemica sulla bretella di Via Largo Capone
Airola: non si placa la polemica sulla bretella di Via Largo Capone.A seguito di un’interrogazione del M5S presentata il 27 aprile 2020, via email certificata, al sindaco del comune di Airola, Michele Napoletano, relativamente all’apertura della bretella di collegamento tra Via Largo Capone e via Marcello Amoriello, ad oggi constatiamo che dopo 60 giorni non c’è ancora una risposta, nonostante l’art 24 comma 3 del regolamento comunale lo imponga (di seguito la norma citata: “Ad esse è data risposta scritta nei cinque giorni successivi. Quando la ricerca delle notizie richieste sia particolarmente complessa la risposta seguirà dopo dieci giorni, previa comunicazione tempestiva della circostanza”), commettendo quindi un’omissione d’atti d’ufficio (legge 241/90).
Nell’interrogazione si chiedeva all’amministrazione di chiarire come mai nell’area indicata, non sia mai realizzata una strada di collegamento così come previsto dal piano regolatore. Un’inerzia inspiegabile se si considera che nella stessa area sono rilasciate diverse concessioni edilizie, come quella che ha consentito la realizzazione del Parco Serao. Proprio quest’opera fu realizzata in vista della costruzione di quella strada.
La storia
Riavvolgendo brevemente il nastro, ricordiamo che nel 1981 con un atto di convenzione firmato dall’allora sindaco Pasquale Moscato e l’allora amministratore unico della Delfa costruzioni Antonio Falzarano, si stabilì che lo stesso si impegnava a realizzare un’area verde comunale e un parcheggio pubblico.
Opere portate a termine, ma che il comune non ha mai rivendicato come area pubblica. Ecco perché oggi alcuni proprietari, senza averne il diritto, hanno chiuso quell’area con un muro di recinzione; impedendo alla comunità di fruire dello spazio comune e di realizzare la strada, creando ingorghi proprio nell’area prospiciente l’istituto superiore ‘Lombardi’, frequentato da moltissimi studenti.
Il comune avrebbe dovuto da tempo intervenire rivendicando l’area di sua proprietà; e ordinando a quel privato di eliminare il muro di recinzione e restituire ciò che era occupato indebitamente. Sarebbe bastata un’ordinanza di ripristino dei luoghi e invece clamorosamente l’ente ha autorizzato la realizzazione dell’opera.
Proprio alla luce di quanto esposto, il portavoce del M5S Bartolomeo Laudando chiede al sindaco e all’amministrazione come intendono sanare tutte le irregolarità perpetrate. Lo fa stavolta attraverso una diffida, in modo da ottenere una risposta entro 5 giorni, diversamente sarà costretto a presentare denuncia alla Procura della Repubblica.