Airola: paga multa, ma dopo 15 anni il Comune gli manda il conto gonfiato

Redazione
Airola: paga multa, ma dopo 15 anni il Comune gli manda il conto gonfiato

Riportiamo il post del giornalista Antonio Arricale. Arricale racconta l’incredibile disavventura che (fortunatamente per lui) si è chiusa bene. Dopo un lungo pensare, infatti, la multa è stata annullata perché il giornalista aveva conservato la ricevuta risalente al 2003.

Ecco la storia: “UN SONORO VAFFA… AD AGENZIA E COMUNE DI AIROLA: PRETENDONO INTERESSI USURAI PER UNA MULTA (PAGATA!) DEL 2003 Una contravvenzione del 2003 che lo Stato pretende di farsi pagare nel 2018, dopo ben quindici anni, al tasso usuraio del 535%. Pochi euro (33,60) – si era passati, all’epoca, da poco alla moneta unica e, magari, non si dava tanta importanza al cambio: eppure già si trattava di quasi 70 mila lire, più del valore di una giornata di lavoro di un impiegato medio – che intanto sono diventati, per l’Agenzia Riscossioni, quasi 350 mila lire, pardon, 179 euro e 89 centesimi. C’è da protestare e non poco. Tan to più se spenso che ai gestori del gioco di azzardo legalizzato lo stesso Stato ha fatto risparmiare quasi cento milioni di euro (200 miliardi di vecchie lire). Mi sale una rabbia che non vi dico. .. e se poi considero che, quella violazione al codice della strada, elevata dai solerti (!) vigili urbani del Comune di Airola, le cui strade restano piene di buche al pari di tutti gli altri municipi, fu fatta a mia moglie, la quale, nel frattempo, questo Stato campione d’inefficienza, ha inserito tra i propri ranghi dopo decenni e decenni di insegnamento precario e inviata – ormai nonna – al confine con la ex Iugoslavia, mi si rivolta la bile. … e non vi dico se aggiungo che quella multa fu anche pagata nei termini e che, soltanto per mia fortuna ne conservo – io, coglione, dopo cinque lustri e un trasloco – anche la ricevuta… bene, anzi, male: allora esco letteralmente dai gangheri. Nel frattempo, ho perso due giornate all’Agenzia delle Riscossioni, dove peraltro pretendevano la delega di mia moglie, non essendo io il diretto interessato, ma che essendo però l’intestatario del veicolo, mi ritrovo, ho scoperto. comunque nei loro terminali – e nessuno sa bene perché – con una posizione sospesa, forse a seguito di un ricorso. Per non dire della serie di telefonate fatte al Comune di Airola (perché è lì che deve essere fatto lo sgravio, mi dicono) cui ho inoltrato i giustificativi con posta certificata, e dove un gentile funzionario – consapevole del tempo trascorso – mi dice di portare comunque un altro po’ di pazienza. E sapete perché? Perché in dieci giorni non è riuscito a relazionarsi con la dirigente del servizio, che sta al piano di sopra. E vi risparmio altri particolari, come per esempio, la terza nota raccomandata (altre spese) dell’Agenzia Riscossione, cui peraltro nel 2008 fu inviato già un fax di sgravio della posizione in questione – come previsto dalle loro procedure – la quale agenzia comunica a mia moglie di non poter sospendere l’iter, perché i giustificativi – per quanto inoppugnabili – sono stati esibiti oltre sessanta giorni dalla notifica. Ecco, consentitemi lo sfogo che mi sento di rivolgere a questo Stato e a chi lo rappresenta: ma Vaffa…”

Nel frattempo . . . 

“Deo Gratias. Un ottimo vigile del comune di Airola mi ha appena comunicato l’avvenuto sgravio. Resta lo scorno e il costo di una procedura burocratica immotivatamente tenuta in piedi da due amministrazioni pubbliche per quindici anni e solo per recuperare (posto che avessi avuto torto) euro 33,60 o, al meglio del tasso usuraio arrogantemente preteso, euro 178,60.
Va bene così: ma chi mi risarcisce del tempo perso, delle preoccupazioni, dell’ansia, dell’arrabbiatura? Rivolgersi ad un giudice nemmeno a parlarne, conoscendo lo stato comatoso della giustizia: sarebbe un’altra follia, questa volta soltanto mia. Forse ci sarebbe un difensore civico… a proposito che fine hanno fatto? l’istituto esiste ancora?”