Airola: Pomeriggio culturale al Circolo Matilde Serao

Redazione
Airola: Pomeriggio culturale al Circolo Matilde Serao

In un pomeriggio piovoso, parlare di scrittura è una bella impresa. Il Circolo Matilde Serao ha chiuso il suo anno sociale discutendo di Scrittura tra passione e impegno con Gea Finelli, giovane giornalista che collabora con il Mattino e con il gruppo Cairo per le riviste F e Natural Style.
Bella e incisiva, l’introduzione della presidente Velia Cerni che ha sottolineato quanto importante sia stata per le donne la scrittura nella presa di coscienza e nella denuncia del proprio storico stato di minorità, nella conseguente riappropriazione del proprio sé e della propria forza.
Gea Finelli non aveva un libro da presentare, anche se ha pubblicato racconti e ha in cantiere un lavoro impegnativo; ha fatto invece della sua esperienza il filo conduttore per guidare la platea nel mondo complesso del giornalismo, delle redazioni, degli uffici stampa, del come trattare una notizia, di come narrare una storia, della forza della comunicazione e della non comunicazione.
Il dialogo è stato vivo, con un pubblico attento e anche provocatorio: come mai i mezzi di informazione danno tutti le stesse notizie? Esiste una libertà del giornalista? Che cosa sta succedendo nella terra dei fuochi?
La giornalista non si è sottratta; alcune notizie, ha detto, si impongono da sé e non possono non darsi, anche se la forza della notizia ormai tende ad abbandonare la carta stampata e a viaggiare sui giornali online, più economici, molto veloci, sulla notizia in tempo reale; certo, si paga lo scotto dell’approfondimento e i social network stanno cambiando il giornalismo rivoluzionando lo stesso modo di attingere alle fonti. Ma, ormai il giornale cartaceo resiste solo perché pagato dalla pubblicità.
Particolarmente coinvolgente è stato il riferimento alla terra dei fuochi, alla disattenzione con cui negli anni passati è stato (non) trattato il problema. Ci è voluta la caparbietà del poliziotto Roberto Mancini, morto di tumore contratto sulle discariche (ricordiamo lo sceneggiato con Peppe Fiorello) ad accendere i riflettori sul problema; e c’è oggi la caparbietà della moglie di Roberto e delle mamme che hanno perso i loro figli a combattere perché i riflettori non si spengano.
Ancora oggi, dice Gea, manca un registro dei tumori.
Il dialogo ha toccato anche le difficoltà e la solitudine del giornalista che deve trovare in sé la forza per continuare; la scrittura allora diventa una forza…” per combattere la battaglia con te stesso, per chiedere consiglio al tuo pensiero e farti guidare nella direzione giusta. Avere una penna è come avere una bussola in tasca, una volta che hai individuato il nord, quante miglia devi fare non ti spaventa”.
L’incontro è stato coordinato magistralmente dalla preside Maria Felicia Crisci.