Airola: serata dedicata a Fiorentino Sullo
Serata dedicata al grande politico irpino Fiorentino Sullo ed al suo sforzo di modernizzazione della Democrazia Cristiana tra il dopoguerra e il 1958: anni di lotta interna per vincere il potere locale ancorato alle vecchie logiche prive di progetti. Ne hanno discusso, in un incontro organizzato dalla Pro Loco, con il patrocinio del Comune di Airola, nella sala consiliare di palazzo Verginiani, sede del Comune, importanti esponenti della corrente di Base, di cui Sullo fu uno dei fondatori: Gennaro Melone, consigliere regionale della DC, che ha portato la sua testimonianza storica quando avvenne la spaccatura interna alla corrente tra Sullo e il suo delfino, Ciricaco De Mita; Gerardo Bianco, per tanti anni vicino all’operato dell’on. Sullo e suo amico fino al ritiro dalla politica; l’on. Gianfranco Rotondi, nel suo ruolo di presidente della “Fondazione Fiorentino Sullo” e da giovane suo segretario; l’avvocato Vittorio Fucci jr, che ha voluto ripercorrere le tappe salienti della vita politica di suo padre, Giuseppe Vittorio, amico di Sullo e per un trentennio esponente attivo della Democrazia Cristiana, nonché sindaco di Airola e consigliere regionale.
A fare gli onori di casa, il vicesindaco di Airola, Carmine Influenza, il presidente della Pro Loco di Airola, Ettore Ruggiero e l’assessore comunale alla Cultura, alle Arti e alle Tradizioni popolari, Angelina Capone. Sulla figura e la dimensione del politico irpino ha introdotto Vittorio De Cicco, attivo componente della Pro Loco di Airola e laureando in Lettere. Ha moderato i lavori il giornalista de “Il Mattino”, Enzo Napolitano.
Tema e spunto della discussione, era il libro “Modernizzazione e Potere locale, l’azione politica di Fiorentino Sullo, 1943-1958” di Pierluigi Totaro, docente di Storia Contemporanea presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi “Federico II” di Napoli, ma il forum, di natura squisitamente culturale, si è poi allargato nei contenuti, affrontando uno dei periodi storici più affascinanti della politica del dopoguerra nella provincia di Benevento, partendo dall’opera rinnovatrice compiuta in quindici anni di impegno da deputato dell’onorevole irpino, che nella città di Airola ha avuto per molti anni parecchio seguito.
L’avvocato Fucci jr. nel suo intervento ha parlato delle grandi novità introdotte da Sullo: “I giovani – ha ribadito – devono capire chi è stato Fiorentino Sullo, un uomo raro e tanto diverso rispetto ai personaggi o pseudo tali che affollano oggi la scena politica, ma raro anche rispetto agli uomini politici del suo tempo, perché egli fu il protagonista di una impresa che sostituì la dirigenza politica dell’età liberale, del notabilato, con un ceppo politico nuovo, di matrice più popolare. Ecco la grandezza di Fiorentino Sullo, democristiano con una forte connotazione cattolica. Nella sua azione politica egli fu particolarmente sensibile alle idee di Sturzo e De Gasperi, ma sensibile anche all’influenza di Guido Dorso, sulla necessità di reperire una nuova classe dirigente meridionale, che rompesse la subalternità clientelare di logica liberale. Per questo Sullo spinse per un’opera di modernizzazione della politica e lo fece attraverso una serie di strumenti creati proprio da lui: una programmazione ed una progettualità che sostenesse un’azione concreta finalizzata al bene comune”.
Per Gerardo Bianco, Sullo è stato un personaggio fondamentale per la storia italiana e del Mezzogiorno: “Oggi però è dimenticato – ha detto – tanto che la presidente della Camera dei Deputati ha ritenuto di non mantenere l’impegno fissato con me di pubblicare i suoi discorsi parlamentari. Nel volume di Totaro ci sono tutti i nomi della DC di quel tempo, quello di Fucci, di Melone, il mio, quello di Tanga, Vetrone, De Martino, Scarlato e il suo lavoro aiuta molto a capire cosa veramente era una volta la Democrazia Cristiana: un partito che non è stato capito, perché non si è entrati nel merito della sua struttura e della sua organizzazione, che era al tempo stesso oligarchica e democratica. Sullo aveva capito, per dirla in modo brutale, che se non avesse avuto un minimo di strutturazione clientelare, non sarebbe andato da nessuna parte; in un certo senso quella fiducia che è poi il risultato della personalizzazione della politica, soprattutto qui da noi, nel Mezzogiorno. Quello di Sullo era perciò un progetto di trasformazioni. Io l’ho vissuto quel periodo. Un processo che fu più volte ostacolato dal suo stesso partito”.
Sulla linea di un recupero dell’esperienza sulliana l’intervento di Gianfranco Rotondi, presidente della Fondazione Sullo: “Tra le vergogne che vanno denunciate – ha detto – c’è una disattenzione deprecabile della provincia di Avellino per la figura di Sullo. Purtroppo non riusciamo ad attrarre quegli investimenti necessari per pubblicare gli atti parlamentari e politici che Sullo ci ha lasciato. Penso alla sua produzione giornalistica: ad esempio agli articoli molto interessati apparsi sul quotidiano “Roma”, dopo la fine della sua esperienza parlamentare. Altri articoli da riproporre sono quelli pubblicati su “Irpinia fascista”, giornale di regime, che raccoglie in effetti il suo pensiero da studente, quando diversamente non ci si poteva esprimere. Egli si firmava con lo pseudonimo “ingenuus”, nel suo significato latino di “nato e rimasto libero”, una sua forma di protesta personale contro il regime. Era un suo vesso intellettuale e ci teneva molto a ripubblicarli.
Infine la chiusura del professore Pierluigi Totaro: “Sullo occupa un ruolo importante nella prospettiva della storia politica nazionale e locale – ha spiegato – perché negli anni della Costituente ed in quelli successivi ha operato per costruire un Mezzogiorno che fino ad allora era stato solo nell’immaginazione dei grandi studiosi meridionalisti, alla cui lezione egli stesso di ispira. Egli ha combattuto i particolarismi, i municipalismi, la cultura politica meridionale, intesa però in senso negativo. Ha lavorato per favorire l’avvento delle regioni e prima ancora per le circoscrizioni elettorali che tenessero in primo conto sia le persone che le idee politiche. Nelle elezioni del 1958 si ruppero gli argini provinciali e la dialettica politica in seno a quel collegio terribile che fu Benevento-Avellino.-Salerno divenne aperta al confronto attraverso le persone, ma anche alle grandi prospettive politiche. Sullo ha proprio fatto sentire nella provincia il grande respiro della politica nazionale”.
Enzo Napolitano
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