Anche la moda va online: sfilate e fashion week si fanno virtuali

Redazione

Andare avanti e non fermarsi è l’imperativo del fashion business, che in questo periodo di stop forzato individua forme alternative per presentare le nuove collezioni.

Da Tokio a Shanghai le passerelle si solcano online, dal momento che le fashion week diventano virtuali e Londra si appresta a seguire l’esempio delle capitali asiatiche della moda. Vediamo quindi quali sono state le maggiori novità del settore e come alcune aziende italiane stanno reagendo a questo cambiamento.

Da Tokio a Shanghai: iniziano le fashion week online

Il lockdown si è riverberato anche sul calendario delle sfilate programmate per il lancio delle collezioni dell’autunno/inverno 2020 – 2021. L’impossibilità di proseguire con gli eventi live ha indotto gli organizzatori a virtualizzare le fashion week.

Pioniera dell’iniziativa è stata la Rakuten Tokyo Fashion Week, che il 16 marzo è andata in scena a porte chiuse in diretta streaming. Ha seguito il suo esempio la fashion week di Shanghai in Cina. Tmall, piattaforma digitale dell’e-commerce Alibaba, ha trasmettessero online tutta la settimana della moda, dando la possibilità ad oltre 800 milioni di persone di seguire le sfilate di 150 brand.

Intanto il mondo della moda resta diviso tra favorevoli e contrari alla digitalizzazione delle fashion week, con Londra che si appresta a decidere come gestire l’evento di giugno.

Ciò che desta preoccupazione tra gli addetti ai lavori è, in particolare, la virtualizzazione completa delle sfilate per una questione non tanto tecnologica ma qualitativa.

Utilizzare il web come canale unico per la diffusione dei contenuti, sottolinea il presidente della camera nazionale della moda Capasa, pone davanti alla sfida di costruire contenuti capaci di sopperire alla mancanza di emozioni suscitate dall’evento live e di individuare strumenti a sostegno dell’area commerciale.

 Il successo di Pinko: 600 mila visualizzazioni per la sfilata virtuale

Unico brand italiano a partecipare alla fashion week di Shanghai, Pinko raccoglie ampi consensi di pubblico che si traducono in numeri d’oro: 600 mila visualizzazione della sfilata virtuale e oltre 1 milione di Yuan cinesi di vendite durante l’evento, corrispondenti a circa 130 mila euro.

Il marchio, d’altronde, non si è mai tirato indietro di fronte alle sfide tecnologiche, dato che già da tempo le collezioni di Pinko si possono trovare anche presso i grandi rivenditori del web, e non solo nelle boutique: la decisione di partecipare alla fashion week di Shanghai non ha quindi fatto che confermare il DNA innovativo del brand.

Il presidente e amministratore delegato di Pinko, Pietro Negra, parla di risultati oltre le aspettative per il marchio, che era già presente e apprezzato in Cina. E mentre i primi mesi del 2020 avevano fatto registrare un incremento delle vendite del 30% rispetto allo stesso periodo del 2019, il lockdown di febbraio si è tradotto in un crollo delle vendite del 95%.

I dati di marzo sembrano però incoraggianti: a fronte del decremento stimato del 90% si registra una diminuzione effettiva del 60%. Una volta terminata l’emergenza, anche in base all’esito positivo della fashion week, l’aspettativa è che il mercato cinese torni più reattivo di prima.

Anche il mondo della moda quindi non si tira indietro di fronte alle nuove sfide tecnologiche questo periodo ha riservato per tutti, e marchi come Pinko ne sono la perfetta dimostrazione.