Anziana dona tre milioni di euro allìAsl, viveva di pensione sociale

Redazione
Anziana dona tre milioni di euro allìAsl, viveva di pensione sociale
Anziana dona tre milioni di euro allìAsl, viveva di pensione sociale

Anziana dona tre milioni di euro allìAsl, viveva di pensione sociale. Pensionata dona 3 milioni di euro per la realizzazione di una casa di cura intestata alla famiglia. La Asl accetta l’eredità della signora Vita Carrapa di Maglie, in provincia di Lecce.

L’eredità, con un patrimonio composto da una casa, titoli dal valore di 1.800.000 euro e circa 970.000 euro di risparmi, è accettata ieri, con beneficio di inventario, dal direttore generale dell’Asl Lecce Stefano Rossi, nello studio del notaio Giovanni De Donno a Maglie.

La volontà della donna

La pensionata, morta il 16 febbraio del 2019 a 95 anni, redigendo il testamento dieci anni prima aveva espresso il desiderio che i suoi averi fossero trasferiti nelle mani dell’azienda sanitaria, indicata come erede universale, chiedendo che il suo lascito fosse impiegato per la realizzazione di una struttura “di cura e assistenza” nel territorio del Comune di Maglie da intitolare “Carrapa Paolo e sorelle”.

Chi è la donatrice

Vita Carrapa era l’ultima di una famiglia composta da tre sorelle e un fratello (oltre a lei, Maria Antonietta, Maria Nicolina e Paolo). Paolo era l’unico sposato ma senza figli, peraltro rimasto vedovo già in giovane età.

Proprio a lui si può far risalire la maggior parte del patrimonio familiare grazie agli investimenti nelle cave di Carrara. La donna, comprendendo anche la volontà delle sorelle e, soprattutto, del fratello, deceduto nel 2004, si rivolse al consigliere comunale Antonio Giannuzzi, considerato persona fidata, per assisterla su come investire in beneficenza il patrimonio.

Sulla base di questo proposito, spiegò all’epoca proprio Giannuzzi, valutammo che la sanità era il settore che più di altri consentiva di raggiungere gli obiettivi prefissati.

Contatti col San Raffaele di Milano

Così, furono presi dei contatti con la direzione dell’ospedale San Raffaele di Milano, ma non andarono a buon fine perché c’era l’intenzione di realizzare una nuova struttura a Taranto, in collaborazione con la Regione Puglia.

Né i Carrapa furono disponibili ad accettare la possibilità di accendere delle borse di studio perché l’obiettivo era quello di fare beneficiare direttamente i “paesani”.  Alla fine sì è optato per un testamento pubblico dove l’intera disponibilità della somma e l’abitazione magliese, sono donate alla Asl di Lecce.

L’unica condizione posta è che l’utilizzo della somma avvenga entro cinque anni dalla pubblicazione del testamento. In caso contrario, ne beneficerà l’Istituto per i Servizi alla Persona per l’Europa (Ispe) di Maglie, per migliorare o ampliare le strutture esistenti”.

I quattro fratelli hanno vissuto sempre con poco, senza mai prelevare le somme depositate o maturate, ma utilizzando solo la pensione sociale per i loro bisogni immediati. Somme che col tempo sono state incrementate, anche per le azzeccate scelte finanziarie e i tassi alti dell’epoca.

Nessun lusso, in tutta la vita dei fratelli Carrapa, affinché i loro veri eredi, i cittadini di Maglie, potessero godere dei beni, al posto di quei figli che non hanno potuto avere.