Appalti truccati a Bonea e Montesarchio: intercettazioni inutilizzabili
Subisce un ridimensionamento delle prove il processo a carico dell’imprenditore sannita Ciotta Giuseppe (detto baff ‘e fierr”) ed a carico di altri imprenditori, tenutosi stamane, innanzi al Tribunale di Benevento presieduto dalla dott.ssa Fallarino. Ciotta, originario di Vitulano, elemento centrale dell’inchiesta, è ritenuto il presunto vertice di un cartello di imprese che, negli anni 2007/2010 avrebbe “truccato” numerosissime gare d’appalto svolte nei comuni di Castelpoto, Arpaise, Reino, Apollosa, Vitulano, San Salvatore Telesino, Foglianise, Pontelandolfo, Morcone, Tocco Caudio, Bonea e Montesarchio. Stamane la pubblica accusa, dimostrando implicitamente di condividere la articolata eccezione formulata all’udienza del 10 dicembre scorso dall’avvocato Dario Vannetiello nella qualità di difensore del Ciotta, ha deciso di non chiedere la trascrizione delle conversazioni captate nell’anno 2008 e che avevano formato oggetto della questione di inutilizzabilità sollevata dalla difesa.
E cosi il processo rimane privo proprio quelle intercettazioni che nel marzo del 2013 portarono, insieme ad altre prove, alla esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di ben undici persone, oltre che, successivamente, al sequestro di beni per vari milioni di euro per i reati di associazione a delinquere finalizzata ad eseguire numerosi episodi di turbativa d’asta.
Il processo riprenderà il 3 marzo 2016, data in cui saranno sentiti in aula i testimoni della pubblica accusa al fine di verificare se “ baff e fier” – soggetto già processato ed assolto dall’accusa di aver partecipato ad un omicidio in terra sannita (quello di Esposito avvenuto a Solopaca), ma ritenuto di recente dal Tribunale di Benevento soggetto non più pericoloso – sia stato proprio a capo di una associazione a delinquere con lo scopo di aggiudicarsi illecitamente le gare di appalto .