Attualità: Maglione attacca le indennità di Parente e la nomina di Boccalone

Redazione
Attualità: Maglione attacca le indennità di Parente e la nomina di Boccalone

“Apprendo dalla stampa delle criticità sorte intorno alla nomina di Renato Parente nello staff del presidente della Provincia di Benevento, Antonio Di Maria.

Una nomina – che sia chiaro – di per sé non contestabile. Contestabile, potrebbero essere invece i compensi versati”, così il deputato e portavoce M5S Pasquale Maglione esordisce in una nota a commento del presunto parere espresso dall’Avvocatura di Stato che contesterebbe le cifre elargite a Parente, nella sua doppia funzione di componente dello staff del Presidente della Provincia e consigliere comunale.

“Esiste un quadro normativo in Italia – prosegue il deputato – che disciplina queste tipologie di collaborazioni e che la Provincia di Benevento sembra disattendere con una certa facilità.

C’è appunto la vicenda Parente il cui caso è disciplinato, salvo pronunce contrarie, dal comma 5 dell’art. 5 del DL n. 78/2010, che prevede per chi ricopre cariche elettive, di poter ricoprire incarichi nelle pubbliche amministrazioni ma di non poter ricevere indennità, se non rimborsi per le presenze, proprio per assicurare il principio della riduzione della spesa pubblica.

Se ciò fosse confermato anche per il tipo di collaborazione svolta da Parente, significherebbe che i cittadini sanniti hanno elargito soldi non dovuti.

Ma c’è anche un’altra nomina che sembrerebbe poco coerente con la normativa di settore – prosegue Maglione – Mi riferisco a quella di Nicola Boccalone a direttore generale dell’ente Provincia.

L’art. 4 del d.lgs 39/2013 prevede che chi ha ricoperto incarichi professionali per un ente non può ricoprire ruoli dirigenziali per lo stesso ente per almeno 2 anni.

Boccalone è stato consulente della Provincia a partire dal dicembre 2018 ed è stato nominato Direttore Generale nel luglio 2019: se la matematica non è una opinione i due anni non sembrerebbero passati.

Insomma, se confermate la validità di queste due norme applicate ai casi specifici, la gestione Di Maria si dimostrerebbe ancora una volta fallimentare e soprattutto dimostrerebbe una sciatteria amministrativa che la provincia di Benevento, per storia e cultura, non merita.

Personalmente sto valutando la possibilità di investire le autorità preposte, anche se auspico che sia per primo lo stesso Consiglio provinciale a chiedere di fare chiarezza su queste vicende, visto che ci sarebbero soldi delle tasse dei cittadini spesi impropriamente.

Infine, voglio concludere con una riflessione di costume: che a fare auspici e dichiarazioni politiche sia l’organo politico della Provincia. A quello amministrativo spettano riflessioni di altro tipo”, conclude Maglione.