Audax Cervinara, una vittoria epica che racconteremo ai nostri nipoti

Il Caudino
Audax Cervinara, una vittoria epica che racconteremo ai nostri nipoti

Audax Cervinara, una vittoria epica che racconteremo ai nostri nipoti. Ci sono storie minime che, come insegnano i maestri, costituiscono il flusso della grande Storia; quella con la esse maiuscola; quella che racconta le guerre, le conquiste, gli sviluppi, le tragedie e le vittorie.

Piccola storia di provincia

E oggi parliamo di una piccola storia di provincia che, agli occhi di più, sembrerà una esagerazione inutile, quasi grottesca.
A chi l’ha vissuta, però, apparirà con i contorni del grande evento.Perché la vittoria dell’Audax Cervinara contro il Giugliano nella finale di Coppa Italia è proprio questo: una piccola storia che diventerà grande grazie a chi ha potuto assistervi.

Ma che sarà mai? Chiederà il profano del calcio, colui il quale non ha mai tirato quattro pedate al super Santos, chi non ha mai giocato sotto casa rompendo una finestra o sbucciandosi un ginocchio sui sampietrini della piazza vicina.Ma che sarà mai? Si chiederà il tifoso blasonato, quello abituato ai campi europei e delle grandi squadre, quello che ha l’abbonamento a Sky e ogni tanto segue la propria beniamina in Europa per un match importante.

Ma che sarà mai? Penserà chi osserva Cervinara (e la Valle Caudina) con il distacco snob di chi non ha mai vissuto queste terre, cosi aride con i propri figli ma amatissime dagli stessi, di quell’amore che spesso sfocia nell’amarezza del vedersi inermi difronte a tanta bellezza maltrattata dai più.

Ebbene, la vittoria dell’Audax Cervinara è epica.Esatto; la stessa epica di Achille ed Ettore, quella che racconta di Romolo e Remo, di Europa che cavalca il toro Zeus e diventa il nume tutelare del nostro continente.

L’epica delle piccole cose

E’ l’epica delle piccole cose, delle soddisfazioni comunitarie.La vittoria a Caserta cementa la comunità caudina: ieri sera tutti i cervinaresi erano attaccati alla televisione o ai social a seguire l’Audax.“Papà, ma non guardi la Juve?”. E’ in quel momento che ti trovi a spiegare a tuo figlio di sei anni il significato delle radici, il trasporto per una squadra che rappresenta la tua terra; per i giocatori che indossano i tuoi colori natali e che nel fango combattono per dare lustro ad una terra sempre più martoriata e lasciata da sola.

Gli spieghi che tutto ciò che un uomo si porta dentro sono i valori che ha acquisito nella propria casa, tra le strade del paese e per quanto questa eredità può sembrare poca è essa che forgia il futuro di ogni uomo.

Attenzione: no, non è una esagerazione definire la vittoria del Cervo come epica.Perché proprio come l’epica, proprio come ai tempi degli Aedi, ognuno ne racconterà un pezzo: lo ingigantirà, lo abbellirà, aggiungerà un particolare o un episodio che gli altri non conoscono.

Audax Cervinara, una vittoria epica che racconteremo ai nostri nipoti

Proprio come i cantori di Omero, anche i moderni poeti del calcio “provinciale” un giorno, al bar o davanti al camino con le castagne sul fuoco, spiegheranno le gesta di una squadra che ha riunito un intero paese intorno a sé.
Con la speranza che, proprio come l’epica omerica, un giorno uno scrittore valente fermerà sulla carta, per sempre, l’impresa dell’Audax Cervinara che vinse la coppa Italia per la prima volta nella sua storia.

Angelo Vaccariello