Avere 17anni ai tempi del coronavirus, lettera di una madre

Redazione
Avere 17anni ai tempi del coronavirus, lettera di una madre

Avere 17anni ai tempi del coronavirus, lettera di una madre. Una madre di Cervinara scrive al nostro giornale per ricordare quanto il covid-19 stia incidendo nelle nostre vite.

Tra le altre cose, questo tempo strano sta rubando la giovinezza e la spensieratezza ai nostri adolescenti.

La pubblichiamo volentieri perché è un quadro perfetto di una condizione umana. I ragazzi costretti in casa ed i genitori smarriti che vorrebbero fare qualcosa per loro ma non sanno cosa.

Che cosa significa avere 17 anni ai tempi del coronavirus? Ce lo siamo chiesti?

Avere diciassette anni, in questo anno, significa perdere la libertà di incontrare gli amici, significa perdere la libertà di andare a scuola e di sedersi nei banchi.

Significa non potere  ascoltare nell’aula la lezione dell’insegnante, significa non potere ridere, scambiandosi sguardi di intesa, della battuta di un compagno.

Significa perdere il contatto fisico con gli altri, significa dovere recuperare nuovi modi di vivere la socialità, significa smarrire la bellezza di sentirsi parte di un gruppo.

Significa non potere festeggiare il compleanno con tanti amici, non potere uscire di sera a mangiare una pizza, non potere andare a cinema e mantenere le distanze quando si sta insieme.  Significa tutto questo.

Non lo dimentichiamo!

E come si può essere “brave madri” di una ragazza adolescente in questo anno se sei tu per prima a sentire il peso di quello che tutti stiamo vivendo?

Se sei tu la prima a non sapere in cosa rifugiarti per trovare un po’ di ottimismo e per sperare che tutto passi quanto prima e nel migliore dei modi?

Forse dobbiamo tutti fermarci un attimo, riflettere, respirare e trovare in noi stessi la forza per affrontare questo periodaccio che ciascuno di noi, nella diversità delle età, sta vivendo.

Respingere la rabbia

Dobbiamo tutti vivere i duri mesi che ci aspettano, respingendo la rabbia che ci sta incattivendo, cercando di essere più comprensivi verso gli altri.

Dobbiamo comprendere l’anziano, che non riesce a tenere la mascherina che gli copre anche il naso e non riesce a parlare con l’amico senza toccarlo, dobbiamo comprendere l’insegnante, che non può spiegare la lezione in piedi o seduto dietro la cattedra in un’ aula, ma è costretto a rimanere da solo davanti ad un freddo schermo.

Dobbiamo comprendere  il bambino che è privo della maestra, che dovrebbe insegnargli a scrivere con la mano sulla sua spalla tenendogli, nel frattempo, la sua manina per aiutarlo a poggiarla correttamente sul foglio.

Siamo tutti limitati a causa di questo maledetto virus al quale, purtroppo, con comportamenti non sempre corretti,  abbiamo consentito di impossessarsi delle nostre vite.

Dobbiamo comprenderci tutti a vicenda.  Non dobbiamo dimenticare, però, di comprendere anche i nostri adolescenti.

Il virus ha tolto tanto agli adolescenti

Agli adolescenti il virus ha tolto tanto, troppo: la scuola, la libertà di incontrarsi di sera con gli amici, di uscire  fino a tardi e  perfino la possibilità di ribellarsi ai genitori per gli orari di rientro il sabato sera, mentre in questo periodo l’ora per rincasare  è imposta dal governo.

Non possiamo pensare superficialmente che vivono più comodamente se  non vanno a scuola, se restano a casa, seduti su una sedia di una stanza  per sentire la lezione del professore davanti al computer, se studiano da soli e preparano la lezione per l’interrogazione senza confrontarsi con un compagno.

Non dimentichiamo di essere stati giovani anche noi!

Non dimentichiamo di avere strappato tanti momenti di libertà ai nostri genitori, di avere vissuto i primI amori proprio sui banchi di scuola e di esserci nutriti degli incontri con gli amici per strada.

Non consentiamo a questo virus che minaccia la nostra salute di irrigidirci e di infettare anche le nostre sensibilità.

Certo, è nostro compito richiamare i figli all’osservanza delle regole,  di ricordare loro che devono  rispettare la loro salute e devono difendere anche quella degli altri,  che non può esistere libertà se prima non c’è la salute.

Avere 17anni ai tempi del coronavirus, lettera di una madre

Il nostro dovere di genitori, però, deve essere anche quello di incoraggiarli e di sorreggerli per insegnare loro a conservare l’entusiasmo per la conoscenza, a nutrire la cultura  ed a  trovare la forza di reagire alle avversità di questo tremendo periodo.

Dobbiamo recuperare noi stessi fiducia e trasmetterla anche a loro.

Non dobbiamo dimenticare che gli adolescenti di oggi  rappresentano la società del dcomani e questi mesi condizioneranno la loro crescita, speriamo rendendoli più responsabili e maturi e non più deboli e tristi.

Lettera firmata.