Benevento: al Fatebenefratelli il tumore si cura con successo
E’ stata dimessa nei giorni scorsi dalla UOSD di CHIRURGIA ONCOLOGICA dell’Ospedale Fatebenefratelli di Benevento, diretta dalla dottoressa Cecilia Ponzano, la signora Antonetta di 90 anni.
La paziente, affetta da tumore del colon, è stata operata il lunedì ed il sabato mattina è tornata a casa. (nella foto il momento delle dimissioni).
L’intervento, effettuato in laparoscopia, ha consentito alla anziana di riprendere l’alimentazione il giorno stesso dell’intervento quando nel pomeriggio, ha potuto bere il caffè, una delle sue grandi passioni.
La mattina successiva all’intervento già passeggiava per i corridoi del reparto insieme ad i suoi familiari. La chirurgia mini-invasiva, spiega la dott.ssa Cecilia Ponzano, consente di contenere i rischi connessi all’intervento chirurgico: l’assenza di dolore riduce la necessità di somministrare farmaci antidolorifici, le complicanze respiratorie e consente una più rapida ripresa della normale funzione intestinale, minimizzando di fatto tutte le possibili problematiche legate alla ospedalizzazione oltre che alla chirurgia.
Gli anziani spesso sono affetti da altre patologie, talora croniche, assumono farmaci che in caso di digiuno prolungato non possono essere somministrati, sono particolarmente sensibili all’effetto degli oppiacei e dei FANS, per cui limitarne l’uso è uno degli obiettivi che ci si deve prefiggere.
In una popolazione che invecchia, oltre il 50% dei casi di tumore colpisce pazienti ultra settantenni. Questi pazienti un tempo venivano considerati suscettibili solo di trattamenti palliativi, mentre oggi è dimostrato che le cure funzionano anche in queste fasce di età, che allungano la vita e ne migliorano la qualità.
A patto, però che siano opportunamente calibrate e che il programma terapeutico preveda una valutazione multidimensionale che tenga in considerazione anche gli elementi che caratterizzano la salute e la malattia della terza età, compresi quelli sociali tra i quali grande importanza ha il supporto della famiglia, le caratteristiche psicologiche del malato, i suoi sentimenti nei confronti della malattia e della cura.
Questo approccio richiede una collaborazione multidisciplinare nella quale a fianco del chirurgo c’è non solo la figura dell’oncologo, ma anche quelle di fisioterapisti, specialisti della terapia del dolore, infermieri, farmacisti, personale per l’assistenza domiciliare, nutrizionisti e psicologi.