Benevento, appalti truccati: ai domiciliari due imprenditori caudini
Sono coinvolti anche due imprenditori caudini nell’operazione anticorruzione che sta scuotendo palazzo Mosti, sede del comune di Benevento. Si tratta di Giuseppe Pancione e Pellegrino Parrella, entrambi attivi nel ramo delle costruzioni e molto noti in Valle Caudina. Per loro, sono scattati gli arresti domiciliari. Dalle prime ore di questa mattinata, a seguito di complesse indagini coordinate dai magistrati della Procura della Repubblica di Benevento retta dal Procuratore dottor Giovanni Conzo, i Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Benevento sono impegnati in una operazione anticorruzione, dando esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare anche in carcere, emessa dal Giudice per Indagini Preliminari nei confronti di 10 soggetti, gravemente indiziati, a vario titolo dei reati di corruzione e turbata libertà degli incanti: fra questi un funzionario apicale del comune di Benevento, alcuni intermediari e gli imprenditori titolari delle ditte edili vincitrici delle gare. Sono in corso anche perquisizioni e sequestri di denaro e beni mobili e immobili.
Gli odierni provvedimenti, scaturiti da un’attività investigativa condotta dai Carabinieri coordinati dalla stessa Procura della Repubblica, hanno messo in luce un sistema “originale” per consentire l’aggiudicazione gli appalti rientranti nel Progetto PIU Europa del comune di Benevento alle ditte compiacenti, che versavano una tangente del 7% al funzionario del comune di Benevento, che si avvaleva di un laparoscopio, ovvero una speciale microtelecamera utilizzata in medicina per conoscere in anticipo, prima dell’apertura delle buste, le offerte contenute nelle procedure di partecipazione.
In carcere è finito Angelo Mancini, dirigente del Comune di Benevento. Gli arresti in casa sono stati disposti per Angelo Collarile, Fioravante Carapella, Giuseppe Pancione, Guido Mastantuono, Pellegrino Parrella, Antonio D’Addona, Mario Siciliano e Pietro Ciardiello. Obbligo di firma, infine, per Angelo Pilla.