Benevento: braccialetto elettronico e divieto di avvicinamento, finisce l’incubo per una ragazza
Secondo la procura ci sono stati almeno due anni angherie e violenze
Benevento: braccialetto elettronico e divieto di avvicinamento, finisce l’incubo per una ragazza. A seguito di una mirata attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento, nella giornata di ieri, personale della Stazione CC di Arienzo, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa ed ai luoghi abitualmente frequentati dalla stessa come la casa di abitazione ed il luogo di lavoro..
Serbando da tali luoghi e dalla p.o. una distanza di almeno 500 metri con l’ulteriore prescrizione di non comunicare in alcun modo con la p.o., con divieto di dimora non avendo dato il conseno alle modalità di controllo di cui all’art. 275 bis c.p.p. (braccialetto elettronico), emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Benevento, su richiesta della Procura della Repubblica di Benevento, nei confronti di un giovane uomo, gravemente indiziato dei delitti di atti persecutori e rapina del cellulare ai danni della ex fidanzata.
Le indagini venivano avviate in seguito alla querela sporta dalla persona offesa il 9 febbraio 2024 nella quale la ragazza rappresentava tutte le condotte reiterate moleste, minatorie e persecutorie dell’indagato consistite nel percuoterla in più occasioni con schiaffi, calci e tirate di capelli anche in locali pubblici ed in presenza di terze persone; nel controllarla morbosamente e nel minacciarla di percosse in più occasioni anche mediante messaggi whatsapp e social; nel non farla uscire liberamente con le amiche contattandola ripetutamente per controllarla e facendola sentire in colpa; nel presentarsi nei luoghi dalla stessa abitualmente frequentati, come il luogo di lavoro (dove si faceva trovare nel garage sotterraneo) o i locali dalla stessa frequentati così cagionandole un perdurante e grave stato di ansia e paura, nonché un fondato timore per la propria incolumità ed un mutamento delle sue abitudini di vita consistito nel limitare le uscite, nel guardarsi intorno mentre era in strada e nel parcheggiare l’auto nel parcheggio scoperto del posto di lavoro per evitare di trovarselo nel garage sotterraneo.
Peraltro la p.o. rappresentava una aggressione particolarmente violenta risalente all’agosto 2022 quando la stessa veniva percossa per ore e rapinata del telefono con la finalità di controllare ancora morbosamente le chat e le foto della stessa per accertare dove la stessa fosse precedentemente andata e come si fosse vestita.
Le dichiarazioni della persona offesa venivano riscontrare dai numerosi messaggi anche audio dalla stessa prodotti nonché dalle s.i.t. di amici e colleghi di lavoro che assistevano alle aggressioni, ricevevano confidenze e vedevano la p.o. con lividi e segni di percosse dalla stessa ricondotte proprio al prevenuto.
Il provvedimento oggi eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.