Blocco dei licenziamenti e ammortizzatori sociali per tutti

Redazione
Blocco dei licenziamenti e ammortizzatori sociali per tutti
L'Italia in zona bianca vale un milione di posti di lavoro

Blocco dei licenziamenti e ammortizzatori sociali per tutti. Andiamo nella direzione di una proroga del blocco dei licenziamenti. Il blocco, però, per i lavoratori che dispongono di strumenti ordinari sarà legata ad un termine che sarà definitivo. Per coloro non coperti da strumenti ordinari sarà agganciata alla riforma degli ammortizzatori sociali”.

Ministro Orlando

Così il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando, in audizione alla commissione Lavoro del Senato sulle linee programmatiche del suo dicastero. “Il primo intervento” da realizzare “è la riforma degli ammortizzatori sociali in una direzione di universalismo e semplificazione”.

Tema su cui si “è già aperto il confronto con le parti sociali”. I nuovi ammortizzatori devono  puntare ad un “accesso più rapido al sostegno” e ad una “estensione della protezione”, indipendentemente dal settore e dalla dimensione dell’impresa.

La riforma “deve essere strettamente connessa ad una riforma delle politiche attive del lavoro”, aggiunge. Bisogna “affrontare con urgenza la sfida della campagna vaccinale nei luoghi di lavoro.

Per la quale abbiamo predisposto una intesa con le organizzazioni sindacali e imprenditoriali, che utilizzi anche i medici aziendali nella somministrazione dei vaccini. C’è già un gruppo tecnico che sta lavorando per la predisposizione dei protocolli”.

Dalle comunicazioni obbligatorie del ministero del Lavoro a gennaio risultano “oltre 100 mila posizioni lavorative in meno occupate da donne rispetto a quelle occupate da uomini”.

Nel corso del 2020, sottolinea, “sono andati accrescendosi anche i differenziali di genere nei tassi di attività, sostanzialmente annullando i progressi fatti registrare nei tre anni precedenti. E’ l’effetto di accresciute difficoltà di conciliazione con i carichi familiari nel corso della pandemia”.

Ministro Bonetti

Una “convergenza importante”. che mostra la volontà di procedere spediti, osserva il ministro per la Famiglia Elena Bonetti.

Voto in senato

In Senato per il voto, assicurando che c’è tutto l’impegno, suo e del ministero dell’Economia, per attuare quanto prima la delega e centrare l’obiettivo di partire da luglio con il nuovo assegno per i figli a carico.

Il progetto giaceva in Senato dalla scorsa estate dopo che la Camera aveva dato il primo via libera sempre all’unanimità al disegno di legge. Il dl  delega il governo a istituire il nuovo strumento “universale e progressivo”

Si tratterà di un credito d’imposta o assegno mensile per i figli da 0 a 21 anni che andrà a tutte le famiglie compresi incapienti e partite Iva. Incapienti e partite iva  finora restavano escluse perché gran parte dei sostegni alle famiglie sono legati al contratto di lavoro.

Il governo avrà 12 mesi per attuare la delega ma è pronto, assicura Bonetti, “a dare seguito prima possibile ai decreti attuativi”. In attesa dell’ok definitivo dell’Aula del Senato,  gli uffici della Famiglia e quelli del Mef dovranno quindi accelerare nella stesura dei decreti attuativi.

200 euro al mese

I decreti dovranno stabilire, tra l’altro, l’importo dell’assegno. Si parla in media di 200 euro al mese per figlio. La delega impone comunque di modularlo in base all’Isee, di dividerlo in parti uguali tra i genitori. Di prevedere una maggiorazione a partire dal secondo figlio e di aumentarlo tra il 30% e il 50% in caso di figli disabili.

Non solo, fino a 18 anni andrà ai genitori poi potrà proseguire fino ai 21 anni e dato direttamente ai figli, su richiesta, “per favorirne l’autonomia”. Il sostegno sarà corrisposto dopo la maggiore età però solo se i ragazzi studiano, fanno un tirocinio o hanno primi lavori a basso reddito.

Per finanziare questa riforma la legge di Bilancio ha stanziato i primi 3 miliardi per il 2021, tra 5 e 6 a regime a partire dal 2022.

Questi fondi  si sommano ai circa 125 miliardi attualmente dedicati ad altri strumenti che andranno gradualmente ‘in soffitta’, dai vari bonus (nascita, bebè), alle detrazioni per i figli a carico e l’assegno familiare.