C’è il taglio sulle pensioni? Ecco come salvare l’assegno
C’è il taglio sulle pensioni? Ecco come salvare l’assegno. Il governo Draghi al momento non ha scoperto le carte su come intenderà riempire il buco dell’anticipo pensionistico che lascerà inevitabilmente spazio al ritorno della Fornero.
Con una piena attuazione della riforma voluta dall’esecutivo Monti. Ed è per questo motivo dunque che bisogna fare i conti bene in tasca per capire qual è la strategia migliore per salvare l’importo della pensione e metterlo al riparo da sforbiciate.
Chi va via nel 2021
Chi andrà via nel corso del 2021 dovrà accettare una riduzione dell’assegno che va dai 70 ai 117 euro. Il motivo del taglio sul rateo è tutto nel coefficiente di trasformazione in caso di pensione totalmente calcolata con il sistema contributivo.
Questo sistema andrà a penalizzare le pensioni in base all’importo crescente. Prima si va via con un assegno medio alto allora più probabile sarebbe la decurtazione. Chi nel 2021 deciderà di uscire dal mondo del lavoro a 62 anni dovrà di fatto subire un taglio di circa 70 euro lordi all’anno con un assegno mensile di 1500 euro.
Se, invece, prendiamo in considerazione un assegno da duemila euro al mese l’ammanco ammonterebbe a circa novantaquattro euro con punte di cento diciassette euro per chi percepisce duemila e cinquecento euro.
Come salvare l’assegno
E allora cosa fare per evitare l’amara sorpresa sull’assegno? La mossa migliore è una sola: restare a lavoro per altri 2-3 anni. Le variabili da tenere d’occhio sono diverse: la cifra dello stipendio medio, il montante contributivo e l’età di uscita.
E così sul piano dei calcoli si registrano subito delle variazioni in base alla permanenza a lavoro. Chi ad esempio ha 62 anni e decide di andare verso un pensionamento a 64 potrebbe registrare sull’importo di 1000 euro in più all’anno sul trattamento previdenziale.
C’è il taglio sulle pensioni? Ecco come salvare l’assegno
Se invece si prende in considerazione l’ipotesi di restare nel mondo del lavoro per tre anni pin più e quindi lasciare tutto ad esempio a 65 anni, l’importo mensile dell’assegno potrebbe far registrare addirittura un incremento lordo mensile che supera i 100 euro.
Dunque prima di lasciare il lavoro magari rincorrendo l’ultima finestra di Quota 100 è necessario fare il punto sull’eventuale rateo previdenziale.
Il nodo rivalutazioni
Ad un assegno depotenziato va aggiunto anche l’effetto calmierato delle rivalutazioni degli assegni che prevedono un ristoro al 100% solo per i trattamenti fino a quattro volte il minimo. Da gennaio 2022 molto probabilmente il sistema delle rivalutazione potrebbe tornare “premiante”.
Anche per chi percepisce un assegno superiore a quattro volte il minimo. Insomma il “risiko” dell’assegno è decisivo: ogni scelta potrebbe portare ad un ammanco o ad un incremento sul trattamento non da poco.