Cervinara: La Chiave di Milot e la televisione del Vaticano

18 Giugno 2018

Cervinara: La Chiave di Milot e la televisione del Vaticano

In un post su Facebook, che riportiamo integralmente, il generale Franco Bianco ha annunciato che a giorni la televione vaticana sarà a Cervinara per parlare dell’opera e dell’artista Alfred Mirashi Milot.

Ieri ero a Piacenza da mio figlio notaio e la sua bella famiglia; venerdì avevamo festeggiato l’esibizione di danza nel teatro comunale della nipotina Giovanna. Mi giunge, inaspettata, una telefonata di un giornalista della televisione vaticana, che mi comunica l’intenzione di realizzare un servizio a Cervinara, mio paese d’origine, dove vent’anni fa la mia famiglia accolse un giovane immigrato irregolare proveniente dall’Albania, Alfred Mirashi Milot. Allora era il tempo in cui gli Albanesi erano tutti “sporchi e cattivi”, oggi “sostituiti” dai Nordafricani. Milot ebbe la “fortuna” di “incappare” in una Comunità come quella Cervinarese, accogliente, ed in una famiglia dalla tradizione cristiana, con un capostipite, l’avv. Carlo Bianco, mio padre, che ha insegnato a noi e a tanti giovani (è stato professore e, soprattutto, filosofo della fratellanza, come recita la sua candidatura al Nobel per la letteratura ) l’amore incondizionato per il prossimo. Da alcuni “lavoretti” che faceva Milot, ci accorgemmo che era un artista; dalle sue mani “apparivano” d’incanto forme di legno o di gesso o di ferro che erano opere d’arte. Fu così che Milot andò all’Accademia di Brera, e ne uscì un artista completo. All’epoca ero Consigliere Comunale di Napoli e Consigliere Regionale: proposi alla Sindaca Jervolino di far esporre le opere di Milot al Maschio Angioino; la Sindaca, da grande intellettuale e sensibile qual è, accolse subito la richiesta e Milot espose per una settimana, con enorme successo di critica e di pubblico. Da allora, Alfred, che si è formata una bella famiglia a Firenze, è diventato uno degli artisti più richiesti al mondo! Per gratitudine alla nostra comunità di Cervinara ha realizzato un’opera monumentale in ferro, chiamata “La Chiave”, riproducente, appunto, una chiave enorme dal chiaro significato di “apertura” per tutti quelli che bussano alla porta. Il giornalista di RadioVaticana mi ha contattato perché giovedì verrà a Cervinara per realizzare un servizio, confortato anche dalla volontà del Papa, perché si sappia che l’accoglienza non solo è amore verso il prossimo, ma, se bene intesa, può “liberare” energie e genialità altrimenti non realizzabili se non hanno possibilità ambientali ed economiche di farlo. Papa Francesco, a proposito di quanto sta avvenendo nel “Mare Nostrum”, il Mediterraneo, ha detto saggiamente: “non pensiamo solo alle nostre comodità, respingendo gli altri!” Quando sento dire dai nostri “autorevoli” politici attuali: “è finita la pacchia”, o a Valencia è “terminata la crociera”, penso ai circa 700 disperati vaganti per una settimana su un battello, con teloni di fortuna alzati per ripararsi dal sole cocente, e che aveva appena 4 gabinetti! Nei nostri comodi bagni, magari con la Jacuzzi e televisione, tanti hanno inneggiato a questo “nuovo corso”. Mi domando anch’io quanto sia stato fortunato a nascere in una Nazione e in una famiglia che mi hanno permesso di realizzarmi, e quanti “disperati” non avranno nessuna prospettiva, anche se dotati! Attenzione, però, il “settimo sigillo” un giorno si aprirà per tutti, e non guarderà al colore della pelle!”

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