Cervinara: 16 anni di reclusione per il nonno che violentava due bimbe con la complicità della madre

Un vero e proprio inferno vissute da due piccoline che oggi hanno 9 e 5 anni

Redazione
Cervinara: 16 anni di reclusione per il nonno che violentava due bimbe con la complicità della madre

Cervinara: 16 anni di reclusione per il nonno che violentava due bimbe con la complicità della madre. Facciamo il punto su una storia del 2020 e che oggi è arrivata alla verità giudiziaria. Nonno e mamma sono finiti in manette per aver violentato due bimbe di 5 e 1 anno. I due, padre e figlia, 58 anni lui e 25 lei, sono di Cervinara.

La conferma della Cassazione

L’uomo l’uomo è condannato per aver violentato le nipotine col consenso della donna. La conferma della condanna da parte della Cassazione ha portato alla detenzione di un uomo di 58 anni e sua figlia di 25 anni, accusati di violenza sessuale aggravata e continuata su due minori.

La sentenza definitiva ha aperto le porte del carcere per entrambi, dopo che gli abusi sono stati commessi con il consenso della madre delle bambine.

I due sono stati arrestati oggi dai carabinieri con l’accusa di violenza sessuale aggravata e continuata nei confronti di due minorenni. L’uomo è stato riconosciuto colpevole di violenza sessuale sulle due nipotine, mentre gli abusi sarebbero avvenuti con il consenso della figlia, madre delle bambine.

La sentenza della Cassazione ha reso definitiva la pena di 16 anni di carcere per entrambi, che ora dovranno scontare la loro condanna dietro le sbarre.

Le accuse e la ricostruzione dei fatti

Le accuse riguardano un 58enne di Cervinara e sua figlia di 25 anni, che sono stati arrestati con l’accusa di violenza sessuale aggravata e continuata nei confronti di due minorenni. Secondo la ricostruzione dei fatti emersa durante le indagini, gli abusi si sarebbero verificati tra il 2018 e il 2019 nell’abitazione dove i due condannati vivevano insieme alle bambine.

Le denunce sono state presentate dalla responsabile della casa famiglia in cui le bimbe erano state collocate a causa della situazione familiare. Durante il processo, il pubblico ministero aveva richiesto pene che andavano dai sette anni e sei mesi ai dodici anni di carcere per gli imputati, ma la sentenza finale ha stabilito una condanna di sedici anni per entrambi.