Cervinara: addio ad Arnaldo Valente, Presidente Emerito della Corte di Cassazione
Cervinara: addio ad Arnaldo Valente, Presidente Emerito della Corte di Cassazione. Arnaldo Valente, presidente emerito della corte di Cassazione, è deceduto il 12 maggio nella sua casa a Roma ed oggi, nel Cimitero Monumentale del Verano, presso il Tempietto Egizio, si è tenuta la cerimonia di commiato.
46 anni in Magistratura
Aveva 97 anni, di cui 46 passati in Magistratura, al servizio dello Stato, con “l’ansia di garantire la giustizia”. Era nato a Cervinara e nel paese si preparò con scrupolo e rigore alla nobile missione di giudice, risultando negli studi, al liceo e all’università, sempre il primo della classe, laureandosi in giurisprudenza a 22 anni, con il massimo dei voti e la lode.
E primo assoluto risultò nel 1949 anche al concorso in magistratura, a seguito del quale fu assegnato alla sezione civile del tribunale di Napoli e vi rimase fino al 1967, quando fu cooptato alla Procura generale della Corte di Cassazione, della quale fu successivamente Sostituto.
L’esperienza al CSM
Nel1981 fu eletto nel Consiglio Superiore della Magistratura e fu designato relatore dei procedimenti disciplinari a carico di magistrati iscritti a un’associazione segreta, in violazione della proibizione prevista dall’art.18 della Costituzione.
Scaduto il mandato al CSM, fu nominato Presidente del Tribunale regionale delle acque pubbliche del Lazio e titolare della prima sezione civile della corte di Appello di Roma.
Maxi processo a cosa nostra
Nel 1992, gli toccò presiedere in Cassazione il collegio giudicante del maxiprocesso a Cosa nostra, in virtù del principio di rotazione voluto da Giovanni Falcone. Il collegio, presieduta da Valente, magistrato “rispettoso della regole e delle procedure”, confermò la condanna della Cupola di Cosa nostra.
La sentenza poi fu definita ”esemplare”, perché segnava un’inversione di orientamento della prima sezione, che prima aveva sempre cancellato le sentenze antimafia. La considerazione del magistrato Valente crebbe notevolmente nell’opinione pubblica e tra la stampa.
Lettera a Scalfaro
Nel 1994, però, sommerso dalle polemiche per aver disposto il trasferimento del processo alla finanza da Milano a Brescia, decise di dimettersi.E lo fece con una lettera al presidente della repubblica Scalfaro, nella quale rivendicava, a dispetto di ogni illazione, i meriti di magistrato integerrimo, denunciando di essere “fatto oggetto…di aggressioni inimmaginabili, brutali e inaudite, di affermazioni e ipotesi calunniose e contrarie alla verità, di illazioni campate in aria e frutto di pura fantasia”.
Il trapasso del presidente ha colpito anche la famiglia del giornale Il Caudino, del quale ebbe grande considerazione, apprezzandone lo stile, il livello culturale e l’equilibrio nell’esposizione di fatti ed avvenimenti di cronaca.
E accettò di contribuire a elevarne il tono con riflessioni piene di saggezza e di originali richiami al mondo antico, greco e romano in particolare, verso il quale conservava, rafforzato, l’amore sbocciato negli anni giovanili, al tempo del liceo.
Grazie al Presidente Valente
Del giornale sostenne e incoraggiò ogni nostra iniziativa e fu felice di partecipare, tra le altre, alla presentazione del libro dedicato agli uomini illustri di Cervinara, a proposito della quale, poi, da Roma ci scrisse.
“ Ho vissuto sabato pomeriggio momenti che difficilmente potrò dimenticare. Mi ha commosso l’affettuoso abbraccio di tanti concittadini, alcuni neppure conosciuti”. Noi al presidente Arnaldo Valente diciamo grazie! Ed esprimiamo sentimenti di cordoglio alla famiglia.
Al Presidente ripetiamo il grazie per aver svolto con impareggiabile equilibro la funzione di magistrato, per la lezione che ha lasciato e per il conforto che ci ha dato nella gestione del giornale. Buon viaggio, caro indimenticabile presidente Arnaldo.