Cervinara, elezioni comunali: l’ora dell’unto del Signore
Cervinara, elezioni comunali: l’ora dell’unto del Signore. E venne il tempo degli unti dal Signore. Ogni cinque anni, Cervinara vive un periodo imperdibile, degno degli sceneggiatori della migliore commedia all’italiana. Ogni lustro, puntuale ed inarrestabile, scocca l’ora del candidato sindaco migliore sono io. Intendiamoci, legittima è l’aspirazione di chiunque. Grazie a Dio, siamo in una repubblica democratica, abbiamo il suffragio universale e tutti possono aspirare ad essere eletti alla massima carica del paese. Basta solo prender un voto in più degli avversari.
L’unto del Signore
Ma l’unto del Signore non si confronta, non accetta i numeri, non discute. Crede di poter imporre il proprio nome, un nome circondato da una cortina di fumo. L’Unto fa politica nella italica tradizione più becera. Si abbevera al trasformismo per il mero interesse personale. Per l’unto, destra, sinistra o centro pari sono. Tanto è vero che puoi essere di sinistra a Cervinara, di centro destra altrove e fingere di essere ancora di sinistra a Napoli e a Roma. Pur di ottenere uno strapuntino si allea con tutti. Ma l’unto, oltre al trasformismo, fa suo tutto il becero della politica italiana.
Tradimento
Il tradimento fa parte del suo dna. L’unto sorride in faccia e trama alle spalle. Demolisce chi possa fargli ombra, distrugge la vera politica e semina zizzania e sospetti. Si propone sempre come il nuovo ma cosa mai abbia fatto per il paese e la comunità non è dato sapere. Non esiste un solo progetto che possa far risalire all’Unto. Parafrasando Kennedy, non si chiede cosa possa fare per il suo paese, ma cosa il paese possa fare per lui. L’Unto è lesto, sa farsi immortalare ogni qualvolta intravede il flash di un fotografo o la lucina rossa di una telecamera. Ora crede di essere pronto a scrivere il suo nome a lettere cubitali nell’elenco dei sindaci di Cervinara. Peccato, però, non ricordi che in conclave chi entra papa esce cardinale.