Cervinara, a Ferrari si ricorda l’abate Angelico Mancini
Cervinara. Domani alle ore 19, nell’abbazia di San Gennaro in Ferrari, l’abate don Alfonso Lapati celebrerà in memoria del suo antico predecessore, l’abate Angelico Mancini.
L’abate Mancini nacque a Castelpoto l’11 luglio 1882 da Pasquale, possidente, ed Eufrasia de Angelis, che gli imposero i nomi di Angelico Sapio Maria. Studiò al Pontificio Ateneo Beneventano, dove si laureò in utroque juree fu ordinato sacerdote il 17 giugno 1905. Insegnò, poi, Teologia morale e Diritto canonico presso il seminario di Sant’Agata de’ Goti. L’11 gennaio 1920 ebbe dal cardinale Alessio Ascalesi, arcivescovo di Benevento, il possesso canonico dell’abbazia di San Gennaro. Appena insediato, restaurò la navata centrale della chiesa che, nel 1924, fece sopraelevare di circa due metri. La soffitta fu restaurata e fatta a “travature di ferro”, come scrisse. Nel novembre 1928 abbozzò, infatti, le “Memorie storiche della chiesa badiale”, sintesi brillante delle vicende secolari della comunità, che evidenziano, per stile ed acume, la grande cultura di quest’uomo veramente di Dio. Nel 1937 fece ornare la chiesa di pitture e di affreschi. A cavallo del secondo conflitto bellico si adoperò per lenire le sofferenze della popolazione: la sacrestia era sempre aperta per rispondere alle numerose domande d’aiuto. Fu abate zelante e apprezzato da tutti per 31 anni. Ammalato, si ritirò a Castelpoto, dove morì l’8 ottobre 1951 e dove è sepolto (m.z.).