Cervinara: forate le gomme dell’auto dei figuranti alla processione dell’Addolorata
Un atto di ingiustificata inciviltà

Cervinara: forate le gomme dell’auto dei figuranti alla processione dell’Addolorata. Cattiveria, ignoranza e stupidità sono i grandi nemici di Cervinara. Malapiante difficili da estirpare che continuano a colpire, subdolamente, rovinando anche quelli che dovrebbero essere i giorni più belli.
Ieri, domenica sette settembre, si è svolta la processione in onore di Maria Santissima Addolorata che si venera nell’Abbazia di San Gennaro, che è anche santuario mariano. Viene considerata la processione più importante del centro caudino anche perché l’Addolorata è la regina di Cervinara mentre San Gennaro è il patrono.
La processione attraversa tutto il paese e la statua della Madonna viene preceduta da un corteo in costume che è composto da bimbi, giovane e persone adulte. Un corteo alla quale prendono parte volentieri persone provenienti da tutte le frazioni.
Un bel momento, un momento di fede, davvero molto sentito, ed anche di socializzazione. Ma, come già detto, cattiveria, ignoranza e stupidità sono sempre in agguato e riescono a sporcare con il sudiciume ogni cosa bella che si realizza a Cervinara.
Al ritorno della lunga processione, infatti, diversi figuranti hanno trovato le gomme delle loro auto bucate. Le auto erano parcheggiate lungo la stradina che conduce all’Abbazia e non davano fastidio a nessuno.
Un vero e proprio sfregio che non ha alcun tipo di giustificazione. Sono state bucate le gomme di sei auto e così, nonostante la stanchezza, la processione è molto lunga, coloro che si erano prestati a vestire costumi pesanti, hanno dovuto provvedere a questo gesto vile e senza senso.
Non giustifichiamolo in alcun modo. Non lo rubrichiamo come una ragazzata perché anche di queste finte ragazzate rischia di morire Cervinara.
E’ ora di costruire un solido muro di civiltà per tenere fuori per sempre cattiveria, ignoranza e stupidità. Non dobbiamo essere noi a dover per forza sopportare loro. Devono essere solo a sentirsi per sempre estranei ad un paese che non vuole morire.