Cervinara: Il Caudino attende ancora risposte dalla Comunità Educativa per minori stranieri
Aspettiamo che i responsabili di Giovani Vite rispondano alle nostre domande pubbliche

Cervinara: Il Caudino attende ancora risposte dalla Comunità Educativa per minori stranieri. Domenica scorsa, 27 luglio, Il Caudino ha dato notizia dell’apertura di un secondo centro a Cervinara per l’accoglienza di minori extracomunitari non accompagnati.
Una struttura che nasce in via Matteo Renato Imbriani, a pochi metri da piazza Trescine, e ad un centinaio di metri da un primo centro aperto nell’agosto del 2023 e tutt’ora funzionante.
Martedì scorso, 29 luglio, abbiamo ricevuto una missiva dalla dottoressa Dolores Ceglia che ci informava che la struttura si chiama Giovani Vite ed è una comunità educativa.
Ci faceva anche sapere che c’era stata una cerimonia di inaugurazione lo scorso 29 giugno a cui non è stato invitato il giornale e neanche l’amministrazione comunale di Cervinara. Niente altro.
In risposta alla dottoressa Ceglia, chi scrive, direttore responsabile de Il Caudino, formulava delle domande che sono state reiterate nel corso del consiglio comunale di venerdì 31 luglio ed anche in un documento di consiglieri di minoranza indirizzato al sindaco di Cervinara e, per conoscenza, al prefetto di Avellino.
Ad oggi, domenica 3 agosto, nessuno ha risposto a questi quesiti
Questo giornale, in nome della “corretta informazione”, ha deciso di riproporre i quesiti, aggiungendo anche qualche domanda in più. Non solo, faremo ancora domande sino a quando non ci saranno corrette ed esaustive risposte da parte dei responsabili di Giovani Vite.
Innanzitutto chiediamo quanti ragazzi ospiterà la struttura di via Matteo Renato Imbriani?
Quali e quante sono le attività previste per l’educazione e l’integrazione di questi giovanissimi ?
Quante persone si occuperanno del centro e soprattutto quali e quante figure professionali sono previste per l’educazione e l’integrazione dei giovanissimi ospiti? In quali attività saranno impegnati?
E’ stata studiata una pianificazione per rendere meno traumatico l’impatto sia per gli ospiti che per i vicini di casa e gli altri abitanti di Cervinara, compresi gli ospiti del primo centro di accoglienza?
E’ stata richiesta una maggiore attenzione delle forze dell’ordine in nome della sicurezza degli ospiti e delle persone che vivono in via Matteo Renato Imbriani?
E’ stato elaborato un piano per collaborare con amministrazione comunale, scuola , chiesa e le tante associazioni del territorio per favorire l’integrazione degli ospiti della struttura?
Sono domande semplici a cui i responsabili della comunità educativa Giovani Vite non dovrebbero avere particolari problemi a rispondere.
La struttura è stata ubicata nel corpo vivo di un paese e per evitare che possa diventare solo un dormitorio è necessario prevedere degli interventi che interagiscano con l’intera comunità.
Questo giornale ed il suo direttore non possono, in alcun modo, essere tacciati di razzismo o chiusura verso l’arrivo di persone. Tutt’altro, noi siamo per l’accoglienza e per l’integrazione.
Proprio in nome dell’accoglienza, dell’integrazione e della più completa trasparenza ci attendiamo le dovute risposte da Giovani Vite. Ricordiamo a noi stessi che anche questa comunità educativa è finanziata da fondi pubblici e, quindi, deve dar conto alla comunità di come vengono spesi questi soldi.
Il Caudino e la comunità di Cervinara attendono risposte immediate proprio in nome di tutto questo.