Cervinara: Il dramma della morte di Cristo attraverso la Via Crucis
Il venerdì di Passione va in scena la Via Crucis, il dramma della crocifissione di Gesù rivissuta tra le piazze e le strade di Cervinara attraverso la rappresentazione che ne fanno i giovani dell’azione cattolica.
Il paese intero diviene teatro, in uno sforzo collettivo cittadino e parrocchiale, tra pathos e coinvolgimento emotivo, suggestioni scenografiche ericonoscimenti geofisici di un territorio, come quello di Cervinara, che ben si presta alla ricostruzione del doloroso percorso verso la crocifissione di Gesù Cristo.
I vicoli di Sant’Adiutore si fanno palcoscenicodell’Ultima Cena, con l’annuncio del tradimento in un quadro vinciano,e dell’orto del Getsemani,l’orto degli Ulivi, dove Gesù si ritira per pregare mentre gli apostoli dormono. L’atmosfera è interrotta dall’irrompere dei soldati armati di spade e bastoniche arrestano il Salvatore dopo il “bacio” di Giuda. Il sagrato della chiesa si manifesta straordinario sfondo per il sinedrio che proclama la condanna a morte del Cristo, dopo che Pilato se ne è lavato le mani, che Erode lo ha schernito e insultato e la folla ha chiesto a gran voce la liberazione di Barabba. Scena cruenta quella della flagellazione del “nazzareno” ai piedi della scalinata della chiesadove viene posta la corona di spine e il mantello scarlatto.
Il corteo di figuranti – formato da centurioni romani, pie donne, il cireneo, la Madonna che piange e la folla assetata di sangue – si avvia sulla strada verso il Monte Golgota. Il percorso si snoda lungo 2 km attraverso l’asse principale del paese, fino all’Abbazia di San Gennaro, che, dominando dall’alto si presta alla scena della crocifissione.
Nel suo passaggio, in piazza Trescine, il corteo sfiora lo sguardo di Giuda, colui che è passato alla storia come “il traditore”. Egli decide di togliersi la vita dopo un lungo e tormentato monologo interiore di sensi di colpa e recriminazioni.
I centurioni a cavallo aprono la strada a Cristo, che trascina pesantemente la croce, impietosamente frustato e insultato ad ogni caduta. La Madonna segue il Figlio piangendo, disperata nel suo dolore di Madre. Le pie donne chiudono la processione con il gruppo di cristiani che accompagnano a morte Gesù Cristo.
La crocifissione resta la scena madre dell’intera rappresentazione, nella quale il Cristo chiede perdono per i suoi uccisori. E così, in un gioco di luci si consuma il dramma di Gesù affiancato da due condannati: il buono e il mal ladrone, che formano il quadro finale della manifestazione.
Tra lampi e tuoni, dopo che il Salvatore ha invocato il perdono per i suoi carnefici, si conclude la sacra rappresentazione con il corpo esaminetra le braccia della Madre Addolorata e la rivelazione sorprendente per tutta la folla e per gli stessi oppressori della vera natura di Gesù: «Davvero costui era il figlio di Dio».
Rita Valente