Cervinara: Il ricordo della Shoa
E se, all’improvviso, facesse irruzione un gruppo di uomini armati per portare via tutti questi bambini? Mentre assistevo alla manifestazione, organizzata dall’amministrazione comunale di Cervinara, sulla Giornata della Memoria, mi è salita dal cuore questa terribile domanda. Sarebbe per noi, che viviamo in Italia, nel 2016, qualcosa di impossibile, di non spiegabile. Eppure per quelli che hanno vissuto nella seconda metà del Novecento, nella civilissima Europa, era un pericolo quotidiano. Migliaia sono stati i rastrellamenti delle SS nelle scuole, nelle case e nelle sinagoghe per portare via anche i bambini. Per trasportarli nei lager, ma anche per giustiziarli sul posto. La domanda mi è venuta dopo che ho intervistato la preside della scuola Francesco De Sanctis, Serafina Ippolito, su come poter spiegare a ragazzi, nati dopo il 2000, l’orrore vissuto durante il secondo conflitto mondiale. La Shoa resta la più grande tragedia della storia dell’umanità, resta qualcosa che non si potrà mai spiegare in modo razionale o anche con le ragioni del cuore. Il ricordo è doveroso, come doveroso è trasmettere alle giovani generazioni quello che è avvenuto.
Non si dovrebbe ricordare solo il 27 gennaio, ma sempre perché tanti nuovi pericoli si aggirano per l’Europa e, come diceva Primo Levi, se un popolo non conosce il suo passato, è destinato a riviverlo. Bene ha fatto, allora, l’amministrazione comunale di Cervinara ad organizzare una manifestazione pubblica per il 27 gennaio e a coinvolgere le scuole. Momenti come questi, infatti, servono a difendere proprio quei bambini che oggi sedevano nell’aula consiliare. Difenderli per farli diventare migliori di noi, per dar loro gli strumenti e la conoscenza, in grado di poter evitare che l’orrore possa ripetersi.