Cervinara: il ruolo di Madonna nel falso dossier dell’Unità su Cirillo
Un omicidio efferato, ma quasi chirurgico. Così fu l’agguato contro Errico Madonna freddato con 17 colpi di arma da fuoco in via Carlo Del Balzo a Cervinara il 7 ottobre del 1993.
Troppo perfetto per essere una vendetta del clan locale. E, poi come mai a distanza di tanti anni, ben 23, di quella storia non si è mai saputo nulla?
Perchè nessun dichiarante di giustizia ha mai affrontato quel capitolo?
Un tassello principale della vicenda di Errico Madonna ruota intorno al sequestro di Ciro Cirillo.
Ancora oggi sul sequestro dell’ex assessore regionale all’urbanistica non si è arrivati ad una verità storica e giudiziaria.
Madonna, come racconterà nel corso dell’interrogatorio al giudice Alemi nel carcere di Albany nel settembre del 1987, venne a conoscenza di tanti misteri dopo che la trattativa era stata portata a termine.
Dopo che fu nominato avvocato da Raffaele Cutolo per portare messaggi all’esterno al luogotenente del professore, ossia, a Vincenzo Casillo detto “o’ nirone”.
Nel corso delle cosiddette ambasciate entrò in una storia che costò il posto di direttore de L’Unità, Claudio Petruccioli. il 17 marzo 1982, “L’ Unità”, organo del partito comunista, pubblica un clamoroso documento secondo il quale il riscatto sarebbe stato pagato dalla Dc, che avrebbe utilizzato la mediazione della camorra e dei servizi segreti: il ministro Scotti e il sottosegretario Patriarca sarebbero andati nel supercarcere di Ascoli Piceno a trattare direttamente con il capo della camorra Raffaele Cutolo. Il documento si rivela completamente falso.
A scriverlo e a passarlo alla giornalista de L’Unità Marina Maresca è stato Luigi Rotondi, giornalista di Avellino, ex informatore della polizia, uomo con forti tratti di ambiguità. Tuttavia, in seguito, verrà alla luce che gran parte dei fatti descritti sono realmente avvenuti.
Nelle settimane successive i giornali pubblicano notizie precise sugli incontri avvenuti ad Ascoli tra Cutolo, i suoi luogotenenti, Casillo che salterà poi in aria in un misterioso attentato a Roma nel gennaio dell’anno successivo e Iacolare, da tempo scomparso dalla circolazione, uomini dei servizi segreti, esponenti democristiani come il sindaco di Giugliano, Giuliano Granata.
Sulla vicenda si proietterà pure l’ombra della P2, grazie alla mediazione tra camorra e servizi che avrebbe svolto Francesco Pazienza, amico personale di Flaminio Piccoli, allora segretario della Democrazia Cristiana.
Il 5 luglio 1982, intervenendo nel dibattito parlamentare dedicato alla vicenda, il presidente del Consiglio Spadolini conferma la mediazione della camorra e l’intervento dei servizi segreti.
E Madonna? Il consigliori di Cutolo, in quel periodo, si vedeva, spesso con Casillo, il quale gli disse tante cose perchè le doveva riferire al professore in carcere. Tra le altre cose, gli riferì del dossier e di come era stato costruito. Ma non fu l’unico segreto. (Continua)
Peppino Vaccariello