Cervinara: il sacrificio umano di Antonio Sacco che non è servito a cambiare le cose

Antonio Sacco è stata la vittima più giovane della tragedia di Marcinelle, la miniera dove, nel 1956, morirono 136 italiani

Redazione
Cervinara: il sacrificio umano di Antonio Sacco che non è servito a cambiare le cose

Cervinara: il sacrificio umano di Antonio Sacco che non è servito a cambiare le cose. Come ogni anno, anche Il Caudino ricorda la tragedia di Marcinelle.  In questo 2025  ricorre il 69esimo anniversario della strage di quella miniera inBelgio.

Un”ecatombe che uccise 136 italiani nelle viscere della terra. Il Caudino ricorderà sempre, con doveroso rispetto, quella tragedia perchè Cervinara, come tutti gli altri paesi della Valle Caudina, è stata ed è tutt’ora terra di emigranti. Ed, infatti,  la più giovane vittima di Marcinelle era un cervinarese e si chiamvava Antonio Sacco.

Aveva solo sedici anni, quell’otto agosto del 1956, quando scese in quella miniera per non rivedere mai più la luce del sole. A lui, ad Antonio Sacco,  è dedicata l’aula consiliare di Cervinara, un tributo a tutti gli emigranti cervinaresi nel mondo.

Aveva sedici anni Antonio Sacco  ma era dovuto diventare uomo presto. Anche se sei ancora un ragazzo, per scendere in un pozzo nero e lavorare 14 ore al giorno, devi per forza avere la tempra di un uomo.

Aveva sedici anni Antonio Sacco ed un viso nero di fuliggine, polmoni pieni di carbone e, forse, nel cuore il sorriso di una ragazza di Pantanari che aveva giurato di sposare quando sarebbe tornato dal Belgio.

Aveva sedici anni Antonio Sacco, ma quel giuramento non lo hai mai potuto mantenere. A soli sedici Antonio Sacco da Pantanari di Cervinara, è stata la vittima più giovane della tragedia di Marcinelle in Belgio. Oggi è l’otto agosto e sono trascorsi esattamente 69 anni dal disastro nella miniera di carbone Bois du Cazier.

Vi persero la vita 263 persone, la stragrande maggioranza italiana.Morirono perché non vi erano criteri di sicurezza, perché gli italiani erano carne da macello, buoni per lavorare come muli, per scendere nel ventre della terra, senza fiatare, senza diritti.

Antonio Sacco oggi avrebbe 85anni, forse, sarebbe nonno e, certamente, potrebbe essere un anziano tranquillo, che dopo aver lavorato tutta la vita, si potrebbe godere qualche giorno sereno. A lui, Cervinara, 16 anni fa ha dedicato l’aula consiliare.

I sacrifici umani

Una dedica doverosa perché, il nostro paese, ha visto tante persone, come Antonio Sacco, lasciare la propria terra per cercare fortuna nel mondo. Un fenomeno migratorio, iniziato ai primi del Novecento e continuato sino alle prima metà degli anni Settanta. Ed ora, purtroppo,è ricominciato, anche se con aspetti diversi.

Ad andare via non solo le braccia, ma le menti che non trovano alcun tipo di spazio lavorativo. Antonio Sacco morì anche con il sogno di poter migliorare le proprie condizioni di vita, di far studiare i figli che non ha mai avuto.

Chi sa cosa direbbe oggi, nel vedere quelli che potrebbero essere i suoi nipoti, abbandonare lo stesso Cervinara. I sacrifici, anche quelli umani, a volte, non bastano per cambiare le cose.

P.V.