Cervinara, il vescovo benedirà la nuova campana a Valle
Cervinara, mio amato paese d’origine, conta oggi circa diecimila abitanti. Si estende a ridosso del complesso montuoso del Partenio, nella fertile e storica Valle Caudina in provincia di Avellino e diocesi di Benevento. Confina a nord con Montesarchio, a Est con San Martino Valle Caudina e ad ovest con Rotondi. Il paese si sviluppa attraverso una serie di nuclei urbani divisi in frazioni: a monte si trovano Pirozza, Curielli, Ferrari, Ioffredo e Castello, mentre verso l’area sub-pianeggiante sono Salomoni, San Marciano, Scalamoni, Trescine, Pantanari e Valle. Col passare del tempo queste frazioni si sono gradualmente saldate per via di nuove e belle costruzioni con ampie isole di verde agricolo. Una storia gloriosa attraversa il paese: dalla preistoria con giacimenti archeologici di rilievo, all’epoca longobarda con la nascita dei casali; dal medioevo con uno splendido castello, all’epoca feudale col palazzo marchesale; dallo sviluppo economico-sociale del Seicento e Settecento fino all’Ottocento col famoso colonnello Michele Pezza, conosciuto col nome di “Fra’ Diavolo” il famoso brigante che insieme alla sua banda sostò nella frazione Valle; dalla campagna garibaldina alla resistenza di un gruppo di cervinaresi filoborbonici; dalla crisi economica post-unitaria al flusso migratorio verso gli Stati Uniti d’America con l’abbandono della terra; dalla miseria generata dalle due guerre mondiali alla ripresa del fenomeno migratorio e poi il sisma del 1980, l’alluvione del 1999, fino al desiderio dello sviluppo agricolo-commerciale-industriale per rendere più florida la Città di Cervinara. Tantissimi gli uomini illustri nel panorama ecclesiastico, giuridico e politico. Ricco e variegato il patrimonio artistico con sei chiese parrocchiali e tante splendide cappelle rurali. Tra queste merita una speciale attenzione la chiesa di Santa Maria delle Grazie ubicata nella frazione Pantanari. Della sua esistenza si ha già notizia in un documento del 5 novembre 1399, quando la Cappella viene definitivamente donata all’Abbazia di Montevergine dall’allora Arciprete di Cervinara Giovanni Sasso, insieme ad alcune case contigue di sua proprietà, con l’obbligo di destinarvi in perpetuo due Padri al servizio della Cappella. In un documento del 23 aprile 1334 viene menzionato il primo priore del monastero Fra’ Nicola da Lauro. Da una visita pastorale del 1526 si ricava che Fra Simone da Cervinara iniziò i lavori della fabbrica dell’attuale chiesa, sorta sulla primitiva cappella, arricchendola anche di un piccolo campanile. Dalla visita pastorale del 1532 si apprende che i lavori furono portati a termine da un altro monaco, Fra’ Minichiello da Cervinara. In seguito il fabbricato fu ingrandito e sorse il monastero di Santa Maria delle Grazie, elevato a Priorato Verginiano da Papa Paolo V il 19 maggio 1611. La facciata è semplice, del tipo a capanna, con timpano triangolare, caratterizzata dai pilastri di un antico portale in pietra del Seicento e da una lunetta in cui è raffigurata la Madonna di Montevergine col Bambino. A testimoniare l’antichità dell’edificio contribuisce anche la sua struttura muraria con contrafforti lungo le pareti esterne dell’unica navata della chiesa, con il pavimento in cotto fatto a mano. A motivo della esiguità della famiglia monastica il Priorato fu compreso tra i piccoli conventi da sopprimere in forza della Bolla “Instaurandae Religionis” emanata da Papa Innocenzo X il 15 ottobre 1652. Operata la soppressione tra giugno e agosto del 1653 l’Arcivescovo di Benevento Giambattista Foppa decretò l’annessione del complesso religioso ai beni del Seminario di Benevento. Dopo tale annessione, mentre il convento e il rispettivo giardino furono affittati per ricavarne la dovuta rendita, la chiesa fu abbandonata a se stessa e nel 1692 era ormai ridotta quasi completamente in rovina. Fu restaurata insieme all’attiguo convento, a spese dell’Arcivescovo Vincenzo Maria Orsini, che il 5 agosto del 1700, provvide alla sua solenne riconsacrazione. Della struttura assunta dal complesso monastico si conserva un’accurata descrizione nell’archivio di Montevergine, redatta nel 1701. Nel secolo XIX monastero e Cappella, completamente abbandonati, minacciarono di cadere in rovina, quando vennero convertiti in proprietà privata e abitazione della famiglia Verna che ne acquisì la proprietà. Successivamente la Cappella, insieme al fabbricato rurale di 28 vani, con un terreno di circa 3.200 mq (32 are) ed un cortile, divennero proprietà di Antonio Cataldo, deceduto il 15 marzo 1948, e per successione di proprietà, della moglie Elena Bollace e dei figli, all’epoca, tutti minorenni. Il 19 novembre 1948, la signora Bollace cedette a Clemente Marco, fu Mariano, la Cappella. L’11 gennaio 1961, con atto redatto dal notaio cervinarese Pasquale Clemente, poi Senatore della Repubblica, Marco Clemente donò la Cappella alla Parrocchia di Santa Maria della Valle che si impegnò a provvedere alla manutenzione e all’esercizio del culto in perpetuo. Fino alla stagione post-bellica, fedeli provenienti da Santa Maria a Vico, Arpaia, Airola e da altri paesi della fertile Valle Caudina, accolti ed ospitati dagli abitanti del luogo, dopo aver pregato, partivano nel cuore della notte dalla piccola piazza antistante la Cappella e si mettevano in cammino per San Martino Valle Caudina, Sant’Angelo a Scala, Summonte, Ospedaletto e di qui, arrampicandosi sull’antica mulattiera, raggiungevano di buon mattino il Santuario di Montevergine sul Partenio, inginocchiandosi tra lacrime di commozione ai piedi di Mamma Schiavona. Per ricordare il devoto e annuale pellegrinaggio, nel 1998, in sostituzione di un’antica immagine di Santa Maria delle Grazie, affrescata sull’intonaco della facciata ma scolorita dal tempo e dalle intemperie, fu commissionata all’artista di Pantanari Giovanni Viola, ora residente nel casertano, un’immagine della Madonna di Montevergine dipinta su una lastra di ferro e ubicata nella lunetta centrale della facciata, al costo di ottocentomilalire, offerte dai fedeli della frazione Pantanari. Nel 2007, dieci anni fa, dopo un memorabile pellegrinaggio a Medugorje, venne promossa la Celebrazione eucaristica annuale, nell’ultimo sabato del mese di maggio. Nel 2010, con delibera dell’Amministrazione comunale di Cervinara, presieduta dal Sindaco Filuccio Tangredi, lo spazio antistante la Cappella venne intitolato col nome di “Piazzetta Maria Santissima di Montevergine”, partecipò al lieto evento sua Eccellenza Beda Paluzzi Abate di Montevergine. Nel 2013 feci dono di due ceramiche di San Giuseppe e San Michele Arcangelo ubicate nella facciata, commissionandole all’artista Salvatore Fiore di Castelpagano. Il terremoto del 1980 ha duramente colpito l’edificio sacro esponendolo agli eventi atmosferici che l’hanno ulteriormente danneggiato. La neve caduta abbondantemente nel dicembre 2012 ha fatto crollare il tetto. Dal settembre al dicembre 2013 è stato rifatto il tetto con un cordolo in cemento armato, il soffitto con capriate in legno lamellare, pannello isolante, asfalto impermeabilizzante, telo tessuto non tessuto anticondensa e tegole antichizzate. E’ stata restaurata e tinteggiata anche la facciata. Fedeli generosi, l’impresa Mariano Costruzioni e l’ufficio tecnico della Curia di Benevento hanno provveduto alle spese. Ora artigiani locali attenti e generosi, vista la indisponibilità economica degli enti pubblici, vogliono offrire il loro lavoro per restituire al culto e alla devozione del popolo il prezioso tempio mariano. Il prossimo 9 giugno 2017, Mons. Felice Accrocca, Arcivescovo Metropolita di Benevento, presiederà la Concelebrazione eucaristica e benedirà la nuova piccola campana per chiamare i fedeli alla preghiera e consacrerà la comunità alla Madonna Madre della Salvezza. Ogni anno nel periodo di ferragosto il Comitato Maria Santissima di Montevergine organizza davanti al tempio mariano una piccola festa popolare chiamata “pizza pazza in piazza” con musica e giochi al fine di raccogliere un piccolo obolo per il ripristino della Cappella. Urge adesso sistemare e ripulire l’antico pavimento, intonacare e tinteggiare l’interno, realizzare l’impianto elettrico e audio, portone ed infissi e provvedere all’allestimento liturgico. Sono certo che l’amore di noi cervinaresi per la Santa Vergine Maria porterà a compimento, entro il corrente anno centenario delle apparizioni di Fatima, questo dolcissimo e filiale sogno d’amore destinato a divenire segno di protezione e speranza per la città di Cervinara e la splendida Valle Caudina. Camminiamo insieme e ce la faremo!
Pasquale Maria Mainolfi