Cervinara: Immigrati, un’integrazione difficile

Redazione
Cervinara: Immigrati, un’integrazione difficile
Notizie infondate diffuse da Tangredi e Bizzarro, il gruppo Cervinara sempre fa chiarezza sui fondi del PNRR

Sabato e domenica sono scomparsi. Non si trovavano per le strade, neanche nei loro locali di riferimento erano presenti. Si sono rivisti nella giornata di oggi, ma solo perché, probabilmente, non possono mancare al lavoro. Ma, a sera niente bar e niente discorsi sopra una panchina, come sono soliti fare. Gli immigrati musulmani di Cervinara hanno reagito in questo modo nelle ore successive gli attacchi di Parigi. Hanno preferito scomparire, probabilmente, per non attirare su di loro un’attenzione nervosa. E’ uno degli effetti perversi che questo clima di quasi guerra sta procurando. Anche sui nostri paesi sembra calare una cappa di piombo, il sospetto lascia il posto alla ragione. C’è da dire che queste persone sono impenetrabili. Anche chi lavora con loro sa che oltre ad un certo grado di confidenza non si può andare. Solo con i bambini è possibile avere un piccolo dialogo. Le donne sono gentili ed educate ma non le vedi mai, ad esempio, fermarsi per strada per parlare o mangiare un gelato.
Non è una critica, ma un dato di fatto, che abbiamo constatato più volte. Preferiscono vivere appartati e si vede chiaramente come i maschi siano i capifamiglia e tutti devono seguire le loro decisioni. Spesso, molti di loro, tra le 18,00 e le 20,00, li trovi in piazza Municipio. E’ quello il luogo che preferiscono per incontrarsi ed i bar della piazza sono i locali che frequentano in un lasso di tempo ben determinato.
Altro luogo dove li puoi incontrare sono le sale di attese degli studi medici e i supermercati. Sembra vogliano avere poco a che fare con le nostre abitudini, non chiedono integrazione ma solo di poter vivere a modo loro. Anche le giovani generazioni, quei pochi che sono cresciuti a Cervinara, agiscono in questo modo. Vestono come tutti i ragazzi della loro età, ma non si sbilanciano più di tanto in termini di amicizia. Probabilmente sarà colpa anche nostra che non abbiamo la capacità e la preparazione per cercare una loro integrazione. Ma, salta agli occhi, che se in una piccola comunità come quella cervinarese, non si fanno passi in avanti sul dialogo, come potrebbe essere possibile farlo nelle metropoli e nei grossi centri? Su questo dobbiamo interrogarci e farlo seriamente se vogliamo ottenere qualche risultato concreto ed avere meno paura. Ma dobbiamo essere noi a muoverci verso di loro, questo sembra essere un fatto indiscutibile.