Cervinara, la comunità si commuove per la morte del reverendo don Nicola Fiore
Adagiato nella bara, ai piedi dell’altare, il suo corpo sembra ancora più minuscolo. Il viso, però, è sereno, una serenità che don Nicola Fiore ha avuto sino all’ultimo istante della sua vita e che cercava di diffondere anche negli altri.
Nonostante, da sette anni fosse costretto su una sedia a rotelle, nonostante i dolori fisici che lo attanagliavano, quando qualcuno si recava da lui, non si lamentava mai, anzi si preoccupava del suo interlocutore. Faceva così anche con il discepolo e successore, don Giovanni Panichella che lo sta piangendo come un figlio. Cervinara, ma soprattutto Valle e Pantanari, oggi hanno detto addio al loro pastore.
Da tempo, purtroppo, non poteva dire messa e non amministrava i sacramenti, lo faceva solo a casa sua, ma, sino all’ultimo secondo della sua vita, non ha mai abdicato al ruolo di pastore. Era arrivato a Valle nel lontano 1952, quando era un giovane sacerdote ed aveva appena 24 anni. Sembrava un po’ burbero ma era una persona dal cuore d’oro. Molto attento all’educazione dei giovani. Non a caso, infatti, una delle prime opere realizzate nella sua parrocchia è stato un campetto di calcio che è tutt’ora lì e dove si sono formati generazioni e generazioni di ragazzi. Era attaccato in modo viscerale ai luoghi della sua parrocchia.
Un suo amico, questa mattina, ci ha rivelato che gli aveva chiesto di portarlo su all’eremo di San Biagio per rivederlo almeno un’altra volta. Non è stato possibile perché le sue condizioni sono peggiorate. Cervinara, con la scomparsa di don Nicola Fiore, perde un pezzo della sua storia e soprattutto della sua fede. La terra gli sarà lieve perché ha sempre rispettato ogni suo piccolo granello e dall’alto dei cieli continuerà a vegliare sul suo gregge.