Cervinara: La condanna di Iuliano chiude il giudizio sulle elezioni 2015
Il Consiglio di Stato ha chiuso definitivamente il giudizio sulla validità delle elezioni comunali del 31 maggio 2015 rigettando, con la sentenza 27 giugno pubblicata il 28 luglio scorso, il ricorso di Vincenzo Iuliano con conseguente condanna al pagamento di “tremila euro a favore del contro interessato Tangredi” per spese legali. Così, il candidato sindaco della lista Cervinara Bene Comune ha aggiunto, alla sonora bocciatura degli elettori, la condanna dei giudici, che chiudono così la lunga vertenza.
Il giudizio si è protratto per 26 mesi ed è passato, tra giudici del Tribunale amministrativo e del Consiglio di Stato, attraverso 4 sentenze, che Iuliano ha puntualmente impugnato, non essendosi mai rassegnato alla sonora sconfitta delle urne, nonostante lo smacco dei 2.158 voti subito dall’avversario.
Delle sentenze sfavorevoli non si è salvata neppure la 1376/16 del Consiglio di Stato, che Iuliano ha impugnato per revocazione accusando i giudici del supremo collegio di aver preso un grossolano “abbaglio dei sensi”.
La risposta all’accusa è arrivata subito con la sentenza della medesima sezione del supremo organo, che ha dichiarato “inammissibile” il ricorso, con la motivazione che “nella sentenza impugnata non è ravvisabile alcuno abbaglio dei sensi”.
Della contestata elezione, ora resta aperto soltanto il giudizio penale pendente al Tribunale di Avellino, avviato sulla richiesta di indagini dello stesso Iuliano alla Procura, sul ritrovamento, fuori del seggio 7, di “14 schede per l’elezione del sindaco, munite di timbro e firma di un scrutatore” che avrebbero potuto servire ad alterare l’esito della competizione. L’istruttoria si concluse con il rinvio a giudizio, per i reati di ricettazione e calunnia, dei tre autori del presunto ritrovamento.
La vicenda comunque sarebbe destinata ad avere un seguito almeno stando al post pubblicato da uno degli avvocati difensori di Iuliano che sul suo profilo facebook così scrive: “Dagli elementi che mi suggeriscono I miei assistiti, non credo si esaurisca la vicenda. Bolle altro in pentola!”
Alfredo Marro