Cervinara, la prima lira di Luigi Necco
Molte famiglie di Napoli si rifugiarono nei comuni caudini negli anni della Seconda Guerra mondiale per sfuggire ai bombardamenti alleati: a Ferrari di Cervinara, fra le altre, trovò riparo Luigi Necco, che allora aveva nove anni e che, sino a qualche anno fa, tornava la notte di Natale per assistere alla messa nell’abbazia di San Gennaro: un modo per ricordare quei giorni in cui la sua famiglia fu ospite dei Pisaniello. Dopo il terremoto del 1980, Necco fece per la Rai un’inchiesta sulle attività produttive della Valle caudina: nelle riprese fece inquadrare il palazzo marchesale, transennato allora da robusti pali di legno. E proprio a Cervinara Luigi Necco – mettendo un cappuccio in testa e interpretando il ruolo di un confratello [della Confraternita dell’Addolorata, che accompagnava i morti al cimitero] al funerale di un massaro – si guadagnò la sua prima lira. “Avevo nove anni – ha raccontato qualche anno fa, a Gabriele Bojano del Corriere del Mezzogiorno, il popolare giornalista e volto storico della Rai nato nel maggio 1934 – la mia famiglia era sfollata in Irpinia dove si usava fare un corteo quando moriva una persona importante. Io e i miei compagni partecipammo a quel funerale e poi dopo, giù al cimitero lungo un torrente, ci togliemmo i cappucci e ricevemmo come compenso una lira per uno. Cosa ne feci? Avrò comprato caramelle e giornaletti”.
Massimo Zullo