Cervinara, l’arresto di Milanese, dall’orgoglio alla vergogna

5 Luglio 2014

Cervinara, l’arresto di Milanese, dall’orgoglio alla vergogna

L’arresto dell’ex deputato Marco Milanese non può passare inosservato in Valle Caudina e soprattutto nei comuni di Cervinara e Rotondi. La rapida ascesa di quello che veniva considerata una persona da emulare, un esempio da seguire, ha condizionato, e non poco, politica e morale nei due centri. Abbiamo già scritto su queste colonne, come tutti, all’improvviso, diventarono amici di vecchia data di una persona che era vicinissima al potente Giulio Tremonti. Il nome Marco echeggiava nei locali, nei salotti nelle case, in pratica, dappertutto. Del resto, lui arrivava alla guida di auto di lusso, era cordiale con tutti, sembrava si interessasse di ogni storia e poi, una volta nominato deputato, grazie ad una legge elettorale vergognosa, mise in campo il famoso concetto della filiera istituzionale. Il Pdl aveva già conquistato il governo, poi avrebbe vinto alla regione, alla provincia ed, infine, al comune. Un concetto che conquistò i politici locali, Marco prometteva l’Eden, sviluppo, lavoro, facilitazioni nelle carriere, di tutto e di più. Nessuno si chiese il perché quella persona era stata scelta per diventare deputato, il motivo per il quale, senza aver fatto alcuna gavetta politica, dovesse diventare anche il leader del Pdl in una provincia come quella di Avellino che la politica l’ha sempre masticata. Non a caso, uno come Cosimo Sibilia, che i voti se li è sempre guadagnati sul campo, ha sempre guardato con non poco sospetto a questa rapida ascesa. Ma questo avveniva ad Avellino, a Cervinara e Rotondi, mai nessuno si è posto le domande del perché ed del percome di una rapida ascesa e della conquista del potere. Cosa ci fosse dietro lo stiamo scoprendo da alcuni anni e giova ricordare che quella del Mose non è l’unica inchiesta che vede coinvolto l’ex deputato Marco Mario Milanese. Nel 2011, sfugge al carcere perché sette “amici” alla camera dei deputati votano contro l’autorizzazione a procedere e l’arresto chiesto dalla Procura di Napoli. E così veniamo a scoprire che l’esempio da emulare, stando sempre ai rilievi sollevati dalle varie Procure, era un personaggio che usava il potere per il proprio guadagno. Uno che chiedeva non solo soldi liquidi e costosi orologi, ma anche di trascorrere il capodanno a New York viaggiando sullo stesso aereo e alloggiando nello stesso albergo di Cristian De Sica e Sabrina Ferilli. E così, Cervinara e Rotondi, in modo veramente rapido,  passarono dall’orgoglio di vedere un proprio figlio potente deputato, alla vergogna sui quotidiani nazionali che non erano certo teneri con questi paesi. L’epilogo è quanto di più tragico si possa immaginare. Intendiamoci, Marco Milanese ha tutto il diritto di dimostrare che con quelle storie non c’entra nulla. Lo farà nei vari gradi di giudizio, a cominciare dal riesame per l’arresto, e noi riporteremo, fedelmente, la cronaca, ma tanti a Cervinara e Rotondi si sono svegliati con un gran mal di testa. Succede sempre così quando si beve troppo e non si guarda a che vino viene scelto. L’orgoglio è diventato vergogna e sarebbe bene capire che non ci sono uomini della provvidenza che possano risolvere i nostri problemi, con una bacchetta magica. Non solo, non ci sono scorciatoie da imboccare, ma la vita è sempre sacrificio e la politica è servizio.

peppinovaccariello67@gmail.com

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